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Architettura in città Lab

ARCHITETTURA IN CITTÀ LAB


6 e 7 luglio 2016

Torino

 

Quest’anno Architettura in Città si prende una pausa. L’iniziativa della Fondazione per l’architettura / Torino e dell’Ordine degli Architetti di Torino dopo 5 edizioni si ferma a riflettere sulla strada percorsa e sulle prospettive future: il 6 e il 7 luglio il festival sarà un laboratorio di idee, Architettura in Città LAB

Il festival è nato nel 2011 con l’obiettivo di inserire nel calendario estivo delle attività torinesi un appuntamento dedicato all’architettura, non rivolto agli addetti ai lavori, ma aperto al dialogo con i cittadini. 

I principi di base  sono la struttura a rete con la definizione del programma attraverso il contributo dei numerosi partner e la disseminazione delle iniziative sul territorio con una sede principale e numerose satelliti. 

Ogni anno con una collocazione diversa, la casa del festival è stata ospitata in alcuni casi in luoghi già destinati ad ospitare eventi: nel 2011 gli spazi espositivi di Palazzo Bertalazone di San Fermo, nel 2012 l’Archivio di Stato e nel 2014 il Basic Village, in altri è stato l’occasione per riaprire architetture generalmente chiuse al pubblico: nel 2013 le OGR e nel 2015 l’ex Borsa Valori.

Solo per dare qualche numero, le istituzioni culturali partecipanti sono più che raddoppiate nelle 5 edizioni: da 70 nel 2011 a oltre 150 nel 2015. Le iniziative in calendario sono state un centinaio per ciascuna edizione e hanno spaziato tra mostre, incontri, itinerari, proiezioni, performance e laboratori. L’affluenza di pubblico si è caratterizzata per un generale trend di crescita, passando da 6000 persone il primo anno a 8000 nell’ultima edizione, con un picco di presenze nel 2013, l’anno in cui il festival si è svolto alle OGR.

Come proseguire ora? È giunto il momento di ripensare il format, un’esigenza peraltro condivisa da molte organizzazioni culturali che stanno accogliendo con piacere l’invito a discuterne insieme. Ci si chiede se abbia ancora senso parlare di festival, se sia più opportuno organizzare un evento centralizzato o disseminato sul territorio, quale debba essere la lunghezza della rete (locale, nazionale, internazionale), quali siano le modalità più efficaci per comunicare con i cittadini temi difficili come l’architettura e in che modo si possa raggiungere la sostenibilità economica.

Questi interrogativi e altri ancora saranno discussi in tavoli di lavoro a porte chiuse durante la giornata di mercoledì 6 luglio. A seguire un calendario di iniziative aperte al pubblico il 6 e il 7 luglio, seguendo il filo conduttore dell’ascolto

Mercoledì 6 luglio dalle 17 alle 20 si lasceranno parlare le architetture e i progetti che hanno sapientemente interpretato il contesto storico, recuperando il patrimonio esistente senza alterarne le tracce architettoniche: un itinerario dal titolo Inserimenti contemporanei nel centro storico guiderà i visitatori tra le nuove realizzazioni nel Quadrilatero romano.

A seguire, all’ora dell’aperitivo dalle 18 alle 22, 27 studi di architettura apriranno le porte a colleghi e curiosi. Un modo per trasformare per una sera il proprio ambiente di lavoro in un vero e proprio luogo di incontro nel quale sia possibile conoscersi, confrontarsi e fare comunità oltre che mostrare il proprio lavoro e ascoltare suggerimenti. L’iniziativa Open Studio vuole inoltre mettere in luce le diverse modalità con cui si esercita la professione di architetto: a fianco degli studi tradizionali, singoli o associati, ci saranno spazi di coworking e case studio.

Il 7 luglio l’esercizio all’ascolto sarà messo in pratica attraverso una performance teatrale che si svolgerà alle 18 al Teatro Espace, con la regia di Davide Barbato e la partecipazione dei curatori Davide Tommaso Ferrando e Nina Bassoli. Come l’architetto si relaziona al committente? In che modo la comunità può prendere parte alla creazione di architettura? Perché la bellezza è un valore? Come si può progettare con risorse limitate? Sono i temi cardine attorno a cui ruoterà lo spettacolo, che farà ricorso anche a video, composizioni sonore e alla voce dei cittadini per stimolare la riflessione.

L’attività di ascolto è già in corso: tutti possono offrire il proprio contributo alla discussione attraverso l’evento su Facebook.

 

 

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