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25 anni in Tibet

 

 

 

 

Il lavoro dell'AaZ nello Zanskar


di Gabriella Bernardi


“A nord dell'Himalaya, le valli di Ladakh e Zanskar (stato indiano di Jammu e Kashmir) sono di cultura tibetana e di religione buddhista. Purtroppo nelle scuole statali del Kashmir la lingua di insegnamento è l'urdu, lingua non conosciuta dai bambini. In molti villaggi i genitori si sono organizzati aprendo scuole private dove l'insegnamento avviene in "bodhi", cioè la lingua madre dei ragazzi. Ladakh e Zanskar, come tutta l'India, non hanno bisogno di beni importati dall'estero. L'India produce computer e vestiti, ingegneri informatici e insegnanti, medicinali e dvd, biciclette e quaderni per la scuola. Quello che manca in molte regioni sono i finanziamenti per acquistare tutto ciò”. 

Queste righe che si trovano nella pagina web del progetto “Aiuto allo Zanskar” presentano un ponte di volontariato che si è costituito più di venticinque anni fa. Chi può illustrare direttamente questa particolare iniziativa è la professoressa Donatella Crosta, responsabile piemontese, che ha presentato il progetto durante una serata informativa al Circolo dei Lettori a Torino. 

Da dove nasce e in cosa consiste il volontariato verso queste popolazioni? Di cosa hanno bisogno e come viene coinvolta la popolazione nell’iniziativa?

“Tutti i soci sia italiani sia di altre nazionalità (ricordo che “AaZ Aiuto allo Zanskar” è un'associazione internazionale di cui quella italiana è la sezione col maggior numero di associati assieme a quella francese) offrono, nel limite delle loro disponibilità, la propria collaborazione a titolo volontario. È stato Marc Damien che, in seguito ad un suo trekking in Zanskar, è venuto a conoscenza della realtà di quei luoghi e del bisogno, da parte della popolazione zanskara, di avere una scuola per i propri figli dove si insegnasse il bodhi (lingua di origine tibetana in uso in Ladakh) e si tramandassero la cultura e le tradizioni locali. È stato lui a fondare la scuola nel 1988 e a portare avanti questo aiuto in forma di volontariato andandoci lui stesso, prima con i soci francesi e poi con quelli italiani, a seguito dell'apertura della sede italiana. Questa si deve anche a Marco Vasta, anche lui camminatore e attuale Presidente dell'Associazione”.

Tutto questo ovviamente è frutto del volontariato...

“Il volontariato non è solo là in Zanskar, ma anche qui: programmazione e organizzazione delle varie attività relative alla gestione: studenti, lavori di costruzione e manutenzione degli edifici scolastici, attrezzature e materiale didattico. E la relativa contabilità: i bilanci sono trasparenti e visibili sul sito”. 

La popolazione locale non viene solo aiutata, ma coinvolta direttamente nella gestione amministrativa e logistica della scuola come parte del “Managing Commitee”, eletto esclusivamente dai genitori degli alunni e formato da docenti e genitori, che opera in collaborazione con il preside e il tesoriere: propone di anno in anno i progetti che verranno poi finanziati da AaZ ed evidenzia le nuove esigenze per il corretto funzionamento della scuola. 

Come nasce il suo interesse per questo progetto e in cosa consiste il suo incarico?

“Ho conosciuto “AaZ aiuto allo Zanskar” qui a Torino grazie alla socia Tina Imbriano e alle sue proiezioni della scuola e dei luoghi: conoscevo il Ladakh perché c'ero stata nel 2003 e quei posti e la popolazione mi avevano affascinato. Avere quindi la possibilità di poterli aiutare in modo rispettoso della loro cultura e tradizione mi è sembrato un'occasione unica: ho adottato un bimbo allo studio e l'ho conosciuto nei miei viaggi nel 2008 e 2013 ed in quelle occasioni ho potuto vedere anche la realtà della scuola (Lamdon Model High School), degli studenti, dei docenti e dei genitori. Il mio ruolo attuale nell'Associazione è quello di membro del Consiglio Direttivo; in particolare, ho il compito di tenere i contatti con i soci francesi. E sono Referente regionale del Piemonte”.

Lei è stata più volte nello Zanskar, ma cosa vedono e cosa colgono la prima volta gli occhi di un europeo in un ambiente così differente dal nostro quotidiano?

“Sono stata tre volte in Ladakh di cui due in Zanskar e prima, nel 1995, ero stata in Tibet. Conoscevo dai libri quei luoghi e quelle popolazioni e conoscevo un po' la filosofia buddhista. Andare là è stata una conferma dell'idea che mi ero fatta di quelle popolazioni e del loro modo di vivere. Sono persone che pur vivendo in condizioni, anche dal punto di vista climatico, veramente difficili e per noi occidentali impensabili, sono serene, generose e ospitali. Hanno veramente poco e le loro case sono essenziali ma accoglienti, ordinate e pulite; certo, nell'arco di dieci anni ho visto mutamenti, qualche comodità in più, ma l'energia elettrica è sempre disponibile solo qualche ora la sera, l'acqua viene scaldata sul fuoco e in quasi tutte le case il cibo viene cucinato sul fuoco il cui combustibile è lo sterco di yak. Quando torno a casa, guardandomi attorno, mi domando a cosa servano tutte quelle cose inutili che mi circondano, e questa sensazione mi è presente per alcuni mesi. Poi poi, purtroppo, ci si riabitua all'inutilità di tante cose…”

L’iniziativa fa si che non siano solo i maschietti, ma anche le bambine a frequentare la scuola, fatto per noi scontato. Nel corso del tempo ci sono stati altri cambiamenti sociali?

“Nei primi anni la scuola era frequentata prevalentemente da maschi, perchè le femmine non venivano mandate a scuola; nel corso degli anni questa tendenza è cambiata ed ora circa il 43% degli studenti è composto da femmine. Questo grazie ad una richiesta fatta tre anni dall'Associazione al Managing Committee da parte di AaZ affinché il sorteggio delle iscrizioni avvenisse in modo paritario tra maschi e femmine. È stata anche istituita un'associazione femminile per imparare a lavorare a maglia e a confezionare capi con una macchina acquistata da AaZ; in inverno all'associazione si tengono corsi di alfabetizzazione”.

Su cosa state lavorando al momento? Ci sono nuovi progetti in cantiere? 

“Ci sono diversi progetti in fase di realizzazione e/o attivazione: a fine agosto è stato ultimato il terzo e ultimo edificio scolastico reso necessario dall'aumento degli iscritti e dalla necessità di ampliare le aule. La conclusione dei lavori ha richiesto più tempo del previsto perché il legname necessario alla costruzione è arrivato in ritardo e poi si è dovuto attendere che stagionasse; stiamo ristrutturando alcune classi e locali del vecchio edificio, soprattutto quelli al piano terra; grazie al cospicuo lascito di un socio abbiamo un progetto per costruire un edificio in cui alloggiare insegnanti e studenti, soprattutto (ma non solo)  fra marzo e maggio, quando le strade sono ancora impraticabili. La maggior parte di studenti, infatti, abita in villaggi molto lontani e devono fare alcune ore di cammino per raggiungere la scuola o la strada in cui passa lo scuolabus. A questo proposito, abbiamo anche acquistato un secondo bus grazie alle donazioni fatte in ricordo di Tina Imbriano, socia molto attiva e mancata proprio in quei luoghi nell’estate 2014. Inoltre, per quanto riguarda la didattica, su richiesta del Managing Committee da quest'anno scolastico è stato introdotto il metodo Montessori.  Ovviamente sono stati formati alcuni insegnanti grazie anche alla presenza di un formatore e sono stati acquistati i materiali necessari. Ci sono già i primi riscontri: in generale, si registra una maggior attenzione in classe e una minor richiesta di uscire per “andare a fare la pipì"”.

Ritornerà presto in Zanskar?

“Ho una mezza idea di andarci la prossima estate per dare un aiuto per quanto mi è possibile: ma è ancora presto e non voglio fare programmi in anticipo. Comunque tornerò senz'altro, anche per rivedere quella bellissima gente”

Per ulteriori informazioni 

www.aazanskar.org/italia/index.htm


Il 12 dicembre 2015 alle 18, presso il Circolo dei Lettori, si terrà un incontro per parlare di questa Associazione e dei suoi progetti




 

 

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Hanno collaborato a questo numero:

Nico Ivaldi

Gabriella Bernardi
Lucilla Cremoni
Irene Sibona
VivianaVicario

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