La tecnologia al servizio del libro di carta
seconda parte
di Marco Doddis
Il popolare social network ha rappresentato un riferimento importante per Librare. Infatti, i suoi creatori hanno deciso di collaborare, anche a fini promozionali, con un altro interessante progetto nato – guarda caso – in Piemonte: Twitter Letteratura (www.twletteratura.org).
Nato nel 2012, Tw Letteratura propone una rilettura di libri, soprattutto classici, attraverso una loro riscrittura a colpi di tweet: i partecipanti possono, cioè, commentare o riscrivere parti di testo senza alcun vincolo, se non quello dei famigerati 140 caratteri. L’iniziativa ha riscosso un successo tale da richiamare l’attenzione di molte scuole, intenzionate a proporre attività su Twitter nelle ore di Lettere (ad oggi è stato twittato di tutto, da La fabbrica di cioccolato al Mago di Oz, da Manzoni a Calvino, passando per Pavese e Rodari). Il risultato: si è riusciti a stimolare l’interesse verso la lettura in modo divertente e “sociale” (le attività vengono svolte insieme ai compagni), cogliendo l’occasione per cimentarsi in utilissimi esercizi di sintesi e per usare la tecnologia con intelligenza. Insomma, gli esiti sono paragonabili a quelli auspicati dai creatori di Librare: unire la cultura al divertimento; portare l’umanesimo nel mondo digitale.
A proposito di informatica umanistica (la disciplina delle cosiddette Digital Humanities), non si può non parlare del terzo asso nel poker Librare. Si tratta del cBook ed esisteva già prima del concepimento del progetto. Siamo di fronte a un gioiellino che promette di avere un futuro luminoso nel campo della didattica. Ideato dall’azienda torinese Celi, è stato già adottato da scuole di tutta Italia. Il cBook (crunched book, il libro sbriciolato, “sgranocchiato”) è un’applicazione web che propone alcuni classici (I Promessi Sposi, Pinocchio, Odissea) letteralmente scomposti: su Pc o su un dispositivo mobile, l’utente può leggere convenzionalmente l’intero libro diviso in capitoli; ma può anche esplorarne la struttura narrativa, studiando le mappe dei luoghi dell’opera (com’erano e come sono), le relazioni tra i personaggi, il cloud delle parole più citate; può apporre delle annotazioni di suo pugno sul testo e inserire dei contributi originali (per esempio, uno studente può postare il suo personale ritratto di un personaggio).
“Con l’idea del cBook, ha dichiarato Andrea Bolioli di Celi, vogliamo favorire le attività didattiche collaborative e con diversi dispositivi digitali, a scuola e a casa. Nel progetto Librare, il cbook mostra alcune delle cose che si possono fare con le tecnologie delle Digital Humanities applicate alla scuola digitale e alla letteratura”. Ad ogni modo, una prova può forse valere più di mille spiegazioni: http://librare.cbook.it/
Il quarto componente del pacchetto Librare è First Life, il social network “di quartiere” sviluppato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino. First Life offre una mappa in cui ciascun utente può postare degli eventi e georeferenziarli, cioè indicarne la posizione. Potenzialmente, può ospitare segnalazioni di ogni tipo; tuttavia, nella versione adattata per Librare, serve a mostrare la posizione delle biblioteche coinvolte nel progetto e quella dei libri che entrano a far parte della piattaforma. Poiché il libro si sposta di mano in mano, è possibile seguirne il tragitto in quello che è da considerarsi un vero viaggio virtuale. C’è da aggiungere che uno strumento del genere può anche incoraggiare esperienze di book-crossing, cioè lo scambio spontaneo dei libri da effettuarsi in qualsiasi posto, senza vincoli bibliotecari.
Nato da poco da una creatività tutta sabauda (oltre alla già citata Celi e all’Università di Torino, le aziende Trim e Ulixe, insieme al centro di ricerca CSP, sono gli altri partner del progetto), Librare vanta già una schiera nutrita di aficionados: la partecipazione del territorio è stata tanto positiva che parecchi istituti hanno manifestato interesse al progetto. Con l’inizio dell’anno scolastico in corso, è stato deciso di avviare una sperimentazione: si è partiti con presentazioni a docenti e studenti per arrivare all’adozione delle applicazioni nelle classi. La primaria Dewey, il Convitto Umberto I, il Liceo Classico D’Azeglio, l’Istituto Bosso-Monti, l’Istituto Avogadro, l’Istituto Giulio e l’Istituto Levi sono solo alcune delle scuole torinesi coinvolte. LIBRARE è stato poi presentato durante manifestazioni come la Notte dei Ricercatori e il Festival Supernova, e ha goduto di un evento completamente dedicato, tenutosi alla Cavallerizza Reale, sotto l’egida dell’Università.
“Appena uscito il bando, ho capito che eravamo di fronte a una grande sfida”: lo ha detto Felice Di Luca, CEO di Trim (l’azienda capofila del progetto), esprimendo tutta la soddisfazione del caso. “Sin da subito, ha aggiunto, c’è stato tanto entusiasmo, insieme agli altri partner di progetto. Qui si parla di cultura, di libri, di scuola: era impossibile non percepire l’importanza di quanto stavamo facendo. E sappiamo di averlo fatto bene, visto lo spessore e il know-how delle aziende e dei centri di ricerca che hanno collaborato. Ora, la mia speranza è quella di aver dato un contributo affinché i ragazzi studino e imparino, divertendosi allo stesso tempo”.
La speranza di Di Luca, assolutamente condivisibile, è che i più contenti dell’iniziativa siano proprio i ragazzi, per i quali la lettura diventi non solo un passivo dovere, ma un momento di socializzazione e divertimento. Per ora, la sola certezza è che, nel futuro prossimo, ogni libro da loro letto, ogni commento fatto e ogni spostamento verranno minuziosamente registrati (in modo anonimo, ovviamente): tutti i dati relativi a Librare, infatti, sono memorizzati nella SDP (Smart Data Platform), la piattaforma che rappresenta un fiore all’occhiello della Regione Piemonte. Si tratta di un’enorme “calderone” in cui vengono inviati e gestiti gli open data elaborati nell’ecosistema digitale piemontese.
Visto che Torino lavora per trasformarsi in smart city, uno strumento del genere è imprescindibile. Così come imprescindibili sono i libri: nella città del futuro che Librare prefigura, i libri saranno oggetti virtuali e sociali; oggetti che racconteranno storie, anche al di fuori della carta delle loro pagine.
Per tutte le informazioni sul progetto: www.librare.org .