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Un po' di Messico in Piemonte

 

 

 

 

I peperoncini di Teodora


di Giulia Ferraris


In Italia per cucinare i nostri piatti non si trova nulla”. Questa è la constatazione che ha animato l'iniziativa di una signora messicana ormai da lunga data in Italia, Teodora Rodrìguez Huesca, conosciuta da tutti come insegnante di corsi serali di spagnolo presso la Biblioteca Civica di Centallo, un paese di quasi settemila abitanti in provincia di Cuneo. 

Grazie a queste entrate e all'aiuto della sua famiglia, in particolar modo del marito Augusto, ha intrapreso le sperimentazioni per coltivare i tipici peperoncini messicani in un territorio, quello centallese, conosciuto come Terra del Fagiolo, una produzione di cui si occupano da tempo e che portano avanti ancora oggi.

 Le cose potrebbero sembrare facili. In realtà molte sono state le difficoltà che ha dovuto affrontare Teodora. 

Il problema maggiore era dato dal fatto che le coltivazioni non attecchivano, non tanto per la tipologia di terreno, quanto più perché il periodo di caldo in Italia è molto più breve rispetto a quello in Messico e questo non permetteva alle piantine di crescere in modo adeguato. Per anni ha condotto sperimentazioni in quella che lei chiama nursery, finché è riuscita a trovare la formula giusta: seminare sotto serra e precocemente, in modo tale che le piantine potessero usufruire per un periodo più lungo del sole, dalla primavera fino all'incirca ad agosto o settembre.

Queste non sono le uniche difficoltà che ha dovuto affrontare. Lo scorso anno una violenta alluvione ha distrutto la sua coltivazione, ma lei con la sua simpatia dice: “Il peperoncino era di un altro colore, più chiaro, per cui non lo volevano, e quando è arrivata la tromba d'acqua me l'ha preso. Meno male!”. Come si può ben vedere non è una donna che si perde d'animo facilmente, così ricomincia e trova la formula del successo. Anche senza antiparassitari, ormai troppo diffusi, e quindi in un ambiente sano, la produzione è cospicua, tanto che deve pensare a cosa fare di tutti questi peperoncini.

Inizialmente li regala a un'amica proprietaria di un ristorante messicano, che poi le propone di iniziare a coltivarli proprio per i ristoratori e per gli appartenenti alla comunità messicana. Detto, fatto. Pianta la prima varietà, poi un'altra e così via, fino ad arrivare a coltivare le quattro più importanti in Messico, e il pomodoro verde (Tomato verde).

Come un treno in corsa che non fa fermate, grazie all'aiuto del figlio  Pierpaolo costruisce un sito internet  (www.laenchilada.it )  e una pagina Facebook. 

Le prime vendite si conclu dono soprattutto a Cuneo e Torino. Grazie al passaparola, il tipo di pubblicità più efficace in zone rurali come questa, i suoi prodotti varcano prima i confini regionali, esportando in tutta Italia e nelle isole, e poi quelli nazionali verso Stati come la Germania, la Spagna, la Francia, l'Olanda e la Svizzera, anche se con quest'ultima il commercio è più difficile in quanto non è parte della Comunità Europea.

Decide allora di ottenere la licenza per la vendita diretta dei prodotti, che fino ad allora poteva passare solo tramite intermediari, commercianti abilitati.

Dal 2013, quando è iniziata ufficialmente la sua attività, ha incrementato in maniera notevole le vendite elaborando un sistema di prenotazione che prevede di non avere troppo prodotto in eccesso e di conseguenza di non sprecarlo, ottimizzando anche i guadagni. Da settembre a gennaio viene contattata telefonicamente o per e-mail e i clienti comunicano   la quantità di prodotto che vogliono acquistare. A ciascuno è assegnato un numero d'ordine in modo tale da poter sempre identificare a quale cliente corrisponde un determinato pacco. Come si può dedurre, non ha creato un sito di vendita, perché preferisce il contatto con le persone, vuole sentirle e conoscerle. 

Teodora, oltre al pomodoro verde, ha anche affinato la coltivazione delle più importanti tra le centosessanta varietà di peperoncino esistenti: Chile Jalapeño, dal nome della città in cui è nata e tipologia tra le più conosciute e diffuse in Messico; Chile Habanero, il più piccante tra i messicani; Chile Poblano, la qualità più pregiata; e il Chile Serrano. La varietà Habanero  è poco utilizzata anche dai messicani perché troppo piccante, perciò è venduta principalmente ai ristoratori, che lo trasformano in salse.  In aggiunta a queste, su richiesta, ha coltivato e lo fa tuttora, una varietà di peperoncino estremamente piccante che viene utilizzata per le gare, il Chile Scorpion.

Con questi prodotti si possono preparare piatti tipici della cucina messicana come Chiles Jalapeño rellenos, cioè peperoni Jalapeño ripieni, mentre con il Poblano si realizzano ad esempio Chiles en nogada, peperoni in salsa di noci che vengono preparati con carne macinata e frutta e serviti con crema di noci e melograno. Quest'ultimo tipo di peperoncino, essendo il più pregiato, è molto richiesto per la festa del 16 settembre, la  Festa dell'Indipendenza, tanto che quest'anno, grazie anche alla conoscenza di una signora messicana che porta avanti un tipo di commercio simile con le tortillas, in occasione di tale evento i suoi peperoncini Poblano  sono arrivati fino all'Ambasciata Messicana a Roma  per i festeggiamenti.

Molti sono i sogni di Teodora Rodrìguez Huesca per il futuro della sua azienda. Innanzitutto spera di poter essiccare i suoi peperoncini per offrire ai clienti non solo il prodotto fresco, ma anche la polvere, entrambi utilizzati nella cucina tipica messicana. Il problema è che  per far questo, spiega Teodora, ha bisogno di un processo semi-industriale per l'essiccazione rapida, dato il problema della mancanza di sole. La produzione infatti termina intorno a settembre e ormai, in queste zone, le temperature iniziano ad abbassarsi.

Il sogno che pare più vicino alla realizzazione è la produzione di salse e composte con i suoi prodotti e, dato che non possiede licenza per trattare gli alimenti, procedere a un'eventuale collaborazione con una giovane chef.

Un po' di emozione si legge negli occhi della signora quando racconta questi eventi, per le difficoltà superate e per l'orgoglio di aver contribuito a portare un elemento di novità nel piccolo paese in cui vive. Ora non resta che raggiungere anche clienti italiani e conquistarli con il sapore del Messico.


Questo articolo ha ricevuto una menzione d'onore alla IX edizione del Premio Piemonte Mese, Sezione Economia, Ambiente, Turismo, Enogastronomia.

 

 

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Hanno collaborato a questo numero:

Nico Ivaldi

Gabriella Bernardi
Federico Carle
Marco Doddis
Giulia Ferraris
Alessandro Granatelli e Tiziano F. Ottobrini
Eleonora Rossero
Irene Sibona

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