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L'eclissi nel capitello

 

 

 

Astronomia medievale nella chiesa di San Secondo a Cortazzone


di Gabriella Bernardi


Ebbene sì, la chiesa di San Secondo a Cortazzone per essere capita, deve essere guardata con gli occhi e la mente di un uomo o di una donna vissuti nel Medioevo. Gli strani capitelli mostrano figure animalesche o fantastiche e vanno interpretati con le conoscenze di allora, ma soprattutto va tenuto conto il diverso modo di comunicare ai fedeli, perché all’epoca gli artisti fondevano tranquillamente arte e scienza. 

A guardarla e a proporla in questa ottica è stato Giovanni Ferrero, professore di Storia del Pensiero Scientifico presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova ed esperto in “cieli arcaici”. “Nella nostra epoca, ricorda Ferrero, la separazione tra la comunicazione dell’arte e quella del sapere scientifico appare ovvia e a nessun artista d’oggi verrebbe in mente di produrre un’opera d’arte per comunicare qualcosa che appartiene al sapere della scienza”. In particolare, tramite l’osservazione dei capitelli interni di San Secondo e con l’aiuto di software appositi per ricostruire la volta celeste osservata nel passato in quelle zone dell’Astigiano, Ferrero ha interpretato un particolare capitello come la registrazione di un evento astronomico peculiare e coinvolgente ancora ai nostri giorni, nonostante il divario tecnologico e scientifico.

Prima di tutto bisogna ricordare che la chiesa di Cortazzone, dedicata a San Secondo, oggi appare isolata su un colle astigiano, ma intorno alla metà del dodicesimo secolo fu priorato benedettino, mentre ora è monumento nazionale studiato e restaurato con la dovuta attenzione. 

Leggendo i testi di architettura, le sculture della chiesa, che comprendono animali fantastici, fiori, addirittura sirene e anche scene più ardite, vengono catalogate come interessanti decorazioni zoomorfe, geometriche e vegetali che fanno riferimento all’immaginario medioevale, anche se gli stessi studiosi del settore non sanno catalogarle con più precisione.

E qui arriva la tesi del professor Ferrero. Egli propone che si tratti di registrazioni di eventi astronomici attraverso l’uso di codici particolari la cui interpretazione, un tempo probabilmente di uso comune, è andata perduta. 

Tutto ha inizio dalle sculture dei pavoni. Proprio così, pare infatti che le ripetute figurazioni di pavoni con le teste sovrapposte, oppure con le code incrociate, nel passato venissero usate per segnalare eventi eccezionali e mirabili, come ad esempio il fenomeno delle eclissi di Sole e di Luna. La presenza di questi pavoni indicatori non è insolita e la si ritrova in Italia a varie latitudini, per esempio nei mosaici di Ravenna, come nella camera di Ruggero a Palermo o in un pluteo longobardo visibile nel museo civico di Pavia. 

Tornando a Cortazzone, se l’intento era quello di fissare all’interno della chiesa la memoria di un evento astronomico eccezionale e soprattutto osservato in quelle zone, di quale eclisse si poteva trattare? Quasi sicuramente di una solare, più spettacolare di quella lunare dato che succede in pieno giorno; l’oscuramento del Sole avviene tramite il passaggio della Luna sul suo disco riportando così il cielo per un certo tempo nelle tenebre e facendo riapparire le stelle.

L’autore delle sculture della chiesa di San Secondo, ovviamente ignoto, era immerso nella concezione geocentrica dell’Universo conosciuto e non essendoci all’epoca molti metodi per registrare un evento del genere, soprattutto dal punto di vista temporale (ovvero l’inizio e la fine dell’eclisse) utilizzò la volta celeste con le sue costellazioni come segni indicatori posizionali, mentre la volta stessa è presa come sistema di riferimento rotante per descrivere le varie fasi dell’eclisse. 

Il professor Ferrero ha individuato un particolare capitello che, se osservato partendo dal lato ovest e girandoci attorno, permetterebbe di dare un rendiconto anche temporale dell’evento. Utilizzando un software per la ricostruzione del cielo visibile in passato da Cortazzone, avrebbe identificato  un’eclissi solare avvenuta nel dodicesimo secolo e memorizzata nel capitello.

Si tratta del terzo capitello sul colonnato di sinistra, che presenta, su tre dei quattro lati, vari animali e una sirena. Il lato ovest, verso il portale, riporta la scultura completa di un drago, che indicherebbe eclissi e, s secondo la ricostruzione delle mappe celesti, rappresenterebbe l’allineamento sul meridiano del posto della costellazione del Drago con il pianeta Marte (una sfera sotto la scultura del Drago) avvenuto circa tre ore prima della totalità dell’eclisse di Sole del 26 gennaio 1153. 

Spostandosi verso lo spigolo del capitello, si ha una nuova immagine che raffigurerebbe proprio il momento della totalità dell’eclisse, quindi un diverso allineamento con la stella della costellazione del Cefeo, la coda del Drago, e il Sole eclissato che lascia vedere, bassa ad occidente, la stella luminosa Arturo della costellazione del Boote o bifolco.

Quindi, secondo l’autore dello studio, l’artista non solo ha mostrato quali stelle si potevano vedere durante l’eclisse, ma ha anche registrato la successione temporale usando simboli per raffigurare le posizioni delle costellazioni durante l’evento. 

Osservando la seconda faccia del capitello, l’immagine principale è quella di due cavalli speculari. Astronomicamente viene letta come il passaggio al meridiano della stella beta della costellazione Ceti (Balena) e la stella alfa della costellazione Cassiopea, mentre la costellazione di Pegaso, il cavallo alato, sta fuggendo e la sua corsa è indicata dalle code incrociate dei due cavalli simmetricamente raffigurati. 

Sulla terza faccia del capitello la testa capovolta di un toro indica una stella della costellazione del Toro che culmina quando Pegaso, il cavallo, tramonta, e quando ormai il fenomeno dell’eclisse è  finito. 

Non è chiaro a quale costellazione si riferisca l’enigmatica figura della sirena con le braccia distese che impugna le sue due code. Potrebbe essere Andromeda o i Pesci.

Oltre a questa, ci sono altre interpretazioni che riguardano altri capitelli o le facciate esterne della chiesa. Un ottimo motivo per una visita e per unire l'approfondimento al piacere di una gita in campagna.

Per approfondimenti e curiosità

www.cosmologia-arcaica.com/san_secondo/arte.html


 

 

 

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Hanno collaborato a questo numero:

Nico Ivaldi

Gabriella Bernardi
Federico Carle
Marco Doddis
Giulia Ferraris
Alessandro Granatelli e Tiziano F. Ottobrini
Eleonora Rossero
Irene Sibona

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