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Matisse e il suo tempo

MATISSE E IL SUO TEMPO

La collezione del Centre Pompidou


12 dicembre 2015 – 15 maggio 2016

Torino, Palazzo Chiablese


Con 50 opere di Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger - tutte provenienti dal Centre Pompidou - la mostra presenta le opere di Matisse attraverso il contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con altri pittori. Si possono così cogliere non solo le sottili influenze reciproche o le fonti comuni di ispirazione, ma anche una sorta di spirito del tempo, che unisce Matisse e gli altri artisti e che coinvolge momenti finora poco studiati, come il modernismo degli anni Quaranta e Cinquanta. Opere di Matisse sono messe a confronto con quadri di Picasso, Braque, Léger.

Promossa dal Comune di Torino, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dal Polo Reale di Torino, la mostra è organizzata da 24 ORE Cultura/Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, ed è curata da Cécile Debray, conservatore Centre Pompidou.

La mostra si compone di dieci sezioni che seguono un percorso cronologico intercalato da approfondimenti tematici.

 

Prima sezione: I Moreau

 

La mostra si apre con gli esordi di Matisse e le amicizie con i compagni dell’atelier di Gustave Moreau all’École des Beaux-Arts: Albert Marquet, Charles Camoin, Henri Manguin. Dipingono quadri da medesimi soggetti (caffettiere, vedute della Senna come in Pont Saint-Michel del 1900, modelli in studio o copie di dipinti del Louvre), accomunati dall’insegnamento impartito dall’atelier più liberale di Parigi.

 

Seconda sezione: Il Fauvismo

 

Un soggiorno nel Midi, a Collioure, nell’estate 1905, segna l’inizio dell’avventura del fauvismo sotto l’egida di Matisse. Lo scandalo provocato dalla mostra dei dipinti dai colori puri di Matisse e dei suoi amici Manguin, Camoin e Marquet e di André Derain e Maurice de Vlaminck al Salon d’Automne del 1905 segna la nascita del movimento, al quale l’anno seguente si uniscono i giovani Braque e Dufy. A questo periodo, e presenti in mostra, appartengono Autoritratto (1900) di Matisse e Il sobborgo di Collioure (1905) di Derain. 

 

Terza sezione: Polo Nord - Polo Sud. Matisse e il Cubismo 

 

Matisse, che si è vivamente opposto alla svolta cubista di Braque nel 1908 e alla sua amicizia con Picasso, ammetterà tuttavia molto più tardi che “il cubismo deriva da Cézanne” il quale diceva che ogni cosa è cilindrica o cubica. Nel settembre 1914 Matisse, non essendo stato chiamato alle armi, parte per Collioure e vi ritrova Juan Gris. I dipinti che esegue sono fortemente segnati dalla riflessione  condotta da Picasso, Braque e Gris a partire dagli anni 1909-10. Matisse dipinge finestre, un tema ricorrente nella sua opera, e ritratti. La tela, quasi astratta, sembrerebbe incompiuta: Porta-finestra a Collioure (1914) presenta una composizione a bande parallele di campiture nere e blu, sulla linea del lavoro di Gris. Allo stesso modo, la stilizzazione della figura che Matisse realizza nella serie plastica dei Nudi di spalle o nel grande dipinto Bagnanti al fiume riecheggia le ricerche di Henri Laurens.

 

Quarta sezione: Gli anni di Nizza, riletture

 

Dopo il tumulto degli anni parigini, alla fine del 1917 Matisse si stabilisce a Nizza offrendo a se stesso un nuovo inizio. In questa regione dal clima privilegiato incontra Auguste Renoir, visita spesso lo studio di Maillol, stringe amicizia con Pierre Bonnard. Tramite l’École des Beaux-Arts di Nizza conosce nuove modelle, come l’italiana Lorette (rappresentata in Lorette con tazza di caffè, 1917). Moltiplica i ritratti e le composizioni intimiste di figura, tornando ad attingere alle sue prime fonti, ossia l’Impressionismo, con lo studio degli ultimi dipinti di Renoir e di Monet. Attraverso questo dialogo con i suoi predecessori, Matisse partecipa a modo suo al ritorno al classicismo degli anni Venti, al pari di Derain e Picasso. 

 

Quinta sezione: Il pittore delle odalische 

 

Ispirato dai soggiorni in Marocco, Matisse rivisita nella linea di Delacroix il tema esotico dell’odalisca (L’algerina, 1909). La densità dell’ornamentazione e del colore caratterizza i dipinti di questo periodo, che resterà a lungo emblematico della sua arte edonista e raffinata. Ora si può parlare di successo anche economico, e di una vera e propria moda. Attorno alle odalische di Matisse forma una corrente orientalista moderna attraverso la mediazione di Roger Bezombes, e lo stesso Picasso (presente in questa sezione con Nudo con berretto turco del 1955), dopo la morte di Matisse, confiderà: “Quando Matisse è morto, mi ha lasciato in eredità le sue odalische, ed è questa la mia idea dell’Oriente, sebbene non ci sia mai stato”.

 

Sesta sezione: Il desiderio della linea. Matisse e il Surrealismo

 

Gli anni Trenta segnano una svolta nel lavoro di Matisse che concepisce allora la grande decorazione murale per il dottor Barnes, La danza, e le illustrazioni delle Poesie di Mallarmé. In seguito a quella svolta radicale, il pittore reinventa il proprio disegno che diviene autonomo, stilizzato, quasi automatico, e sviluppa il nuovo approccio alla linea nella serie Temi e variazioni (1943). La liberazione del tratto, l’onirismo, la rappresentazione di semplici oggetti caratterizzano le opere grafiche prodotte in quegli anni da Matisse, Picasso, Masson, Miró e addirittura Léger, tutti autori influenzati dallo stesso clima venato di surrealismo. 

 

Settima sezione: Dipingere la pittura. Gli atelier di Matisse

 

Gli anni Quaranta sono la stagione del ritorno alla pittura e degli “interni” di Vence. Matisse pone nuovamente al centro del proprio lavoro il motivo della finestra (Porta-finestra a Collioure, 1914). La raffigurazione dell’atélier costituisce allora un tema ricorrente presso parecchi artisti, tra cui Picasso (con il suo Lo studio dell’ottobre 1955), Braque (L'Atelier IX, 1952-56), Dufy e Giacometti, quale immagine riflessiva e autoreferenziale della pittura in cui si mescolano affermazione del mestiere, spazio privato e di concentrazione a fronte della follia del mondo, e infine spazio mentale. 

 

Ottava sezione: Matisse, Renoir e la “Danza” di Barnes 

 

Allo stesso modo, il genere della natura morta, ininterrottamente frequentato da Matisse, diviene un imprescindibile strumento di autoriflessione. Nelle celebri Nature morte con arance, che secondo Apollinaire costituiscono la quintessenza della sua arte, Matisse crea a un gioco di raffinati rimandi che si estende dalle Mele di Cézanne fino alle affettuose reinterpretazioni di opere di Picasso. 

 

Nona sezione: Il Modernismo. La svolta degli anni Trenta

 

Dagli anni Trenta agli anni Cinquanta i grandi artisti figurativi, tra cui lo stesso Matisse, Léger, Picasso e Dufy, mutano il proprio stile in direzione di un trattamento grafico più sciolto e schematico e di una tavolozza di colori primari che fanno eco al linguaggio modernista di Le Corbusier e di Mondrian. Così i dipinti eseguiti dopo la grande decorazione per Barnes ritrovano una nuova economia formale che oggi appare chiaramente legata all’estetica modernista degli anni Cinquanta, e che trova le sue migliori espressioni in Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946) di Matisse e Il tempo libero - Omaggio a Louis David (1948-49) di Léger. 

 

Decima sezione: Il lascito di Matisse all’Astrattismo. L’ultimo Matisse 

 

A partire dal 1947, Matisse inventa una nuova tecnica, il guazzo ritagliato, che gli permette di ritagliare al vivo nel colore. È di questo periodo la serie Jazz (1947), venti tavole colorate realizzate con la tecnica dello stampino cui appartiene Icaro (tavola VIII). Le tecniche ideate da Matisse avranno conseguenze notevoli sul lavoro degli artisti delle generazioni successive: gli espressionisti astratti come Rothko e Sam Francis, gli artisti di Supports/Surfaces come Vincent Bioulès, Claude Viallat (che produce Omaggio a Matisse del 1992) e Jean-Pierre Pincemin, Simon Hantaï e altri. 


Grazie alla diffusione della sua opera negli Stati Uniti per merito di suo figlio, il mercante Pierre Matisse, alle mostre dei lavori dell’estrema maturità in Francia e al complesso decorativo e architettonico della cappella di Vence (1949-1951), l’opera di Matisse nutre profondamente di sé l’arte del XX e del XXI secolo. 

Il catalogo della mostra comprende saggi introduttivi a ciascuna sezione e testi che approfondiscono aspetti specifici. Per arricchire i richiami storici proposti in ciascuna sezione  sono stati coinvolti due specialisti di Matisse. Claudine Grammont con due brevi saggi rispettivamente sugli anni cubisti attraverso il confronto tra Matisse e Picasso e sugli atélier di Matisse, e una riflessione sulla collezione personale del pittore, che tocca i suoi rapporti con gli artisti da lui ammirati (Cézanne, Renoir, ma pure Courbet e Redon) e i suoi emuli (come Picasso), e rivela che spesso comprasse  opere ad artisti amici in difficoltà economiche. 

Augustin de Butler, nel saggio sulle fonti renoiriane della Danza di Barnes, offre un esempio preciso e inedito dell’influenza di Renoir su Matisse, perfettamente in linea con lo spirito della mostra. 

Le opere di Matisse, riprodotte a colori insieme agli altri pezzi in mostra, sono accompagnate da schede che esplicitano i legami con le prove di altri artisti, redatte da Anna Hiddleston, Assia Quesnel ed Elsa Urtizverea. L’ultima parte del catalogo consiste di un’ampia scelta di estratti di lettere, dichiarazioni e testimonianze di Matisse e di altri artisti, e offre una sorta di antologia divisa per nomi, utilissima e finora inedita. La lettura di tali scambi rende più viva e insieme più ricca di sfumature la conoscenza di questa rete di amicizie di lunga durata. In alcuni casi, gli scambi epistolari coprono un arco di oltre quarant’anni, presentando variazioni ed evoluzioni nel corso del tempo. Alcune delle lettere di Matisse, soprattutto quelle a Bonnard o a Rouault, sono vere e proprie trattazioni, riflessive e sensibili, sull’arte. Altre, più intime e familiari, inviate ai suoi vecchi amici, Marquet o Camoin, rivelano un Matisse più scherzoso o più scorbutico, che fornisce ragguagli sulla

vita quotidiana degli artisti.

Palazzo Chiablese

Piazzetta Reale, Torino

Orario

lunedì ore 14:30-19.30

da martedì a domenica ore 9.30- 19:30. Il giovedì orario prolungato fino alle 22:30

La biglietteria chiude un'ora prima

Biglietti

Intero 13 euro, ridotto 11 euro

Tutti i dettagli su riduzioni e visite guidate si trovano sul sito della mostra

Info e prenotazioni

Tel.  011 0240113

www.mostramatisse.it


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Hanno collaborato a questo numero:

Nico Ivaldi

Gabriella Bernardi
Federico Carle
Marco Doddis
Giulia Ferraris
Alessandro Granatelli e Tiziano F. Ottobrini
Eleonora Rossero
Irene Sibona

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