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Adottare un'eccellenza in Langhe e Roero


di Eleonora Chiais


Allevare una pecora di Murazzano stando comodamente seduti sul divano? Da oggi è possibile con il nuovo progetto “Adotta un’eccellenza del territorio” nato da un’idea di alcuni piemontesi doc, esperti del turismo in Langhe e Roero, per aiutare le piccole aziende locali e far conoscere i territori dei prodotti tipici. “Siamo follemente innamorati della nostra terra, confessa il creatore Alessandro Garelli, e per preservarla in questo momento di crisi abbiamo voluto creare il cappello “Made in Langhe e Roero” che sia una garanzia di qualità simile al più noto Made in Italy”. 

Tra il dire e il fare, però, ci sono stati di mezzo chilometri di colline, pascoli e filari di vite che sono stati battuti palmo a palmo alla ricerca di piccoli produttori da inserire nella famiglia di eccellenze. E tra i primi ad aver aderito, vista la novità del progetto battezzato ufficialmente solo durante l’ultima edizione di Cheese, le storie particolari sono all’ordine del giorno. Capiterà, per esempio, di attraversare le terre di Fenoglio e Pavese per vedere di persona l’arnia che si è adottata e qui si incontrerà l’ex modella ungherese Adrienn Tromler che, dopo una vita sulle passerelle della moda milanese e internazionale, nel 2000 si è dedicata alla sua grande passione coltivando lavanda e accudendo api. 

Se invece la scelta ricadrà sull’adozione di una capra ci si dovrà confrontare con Renato Maunero, attualmente pastore ma in passato commerciante con esperienza ultraventennale nel mondo degli articoli sportivi. Nel buen retiro di Renato, che osserva i ritmi della natura e rispetta la tradizione della transumanza spostandosi con il gregge in Alta Langa durante i mesi estivi, ci si potrà far raccontare teneri ricordi come quello che lo spinse ad abbandonare la città per la vita pastorale nella speranza di replicare il sapore di quella toma che la bisnonna gli faceva trovare quando andava, bambino, a farle visita nell’entroterra ligure. Una storia di sogni e amore per il territorio che lo unisce al vignaiolo e trifulau Paolo Monte che, dopo essere stato una delle figure centrali nello sviluppo dell'industria del turismo organizzato in Italia, decise di dedicarsi anima e corpo alla ricerca del tubero più famoso e del vino migliore. 

Ma come funziona l’adozione? Visitando il sito internet (www.madeinlangheroero.it) è possibile farsi un’idea scegliendo tra capre, pecore, api, filari di vino, lumache, nocciole e addirittura cani da tartufo. Ognuna di queste possibilità ha un prezzo annuale fisso che va da 75 a 150 euro e assicura un cofanetto contenente indicazioni circa ciò che si è scelto oltre alla possibilità di avere una quota del prodotto finito. Ad esempio, optando per la presa in carico di una capra (75 euro), si riceverà un kit con l’attestato ufficiale di adozione che comprende il titolo di “pastore onorario” per l’annata in corso, un vasetto contenente la “terra delle Langhe” come simbolo del patto di adozione appena sottoscritto, la scheda informativa del formaggio e del produttore, una fotografia della capra adottata e una mappa delle Langhe, su cui è indicato anche dove si trova l’eccellenza cui si farà riferimento. 

Oltre a questo, l’adozione del capo dà diritto a sei tome fatte con il latte della “propria” capra, confezionate con un’etichetta personalizzata, e a costanti aggiornamenti sulla vita del gregge e sulle fasi di lavorazione dei formaggi. Combattendo però la vertigine dell’e-commerce, spiega ancora Garelli, per il ritiro dei prodotti il pastore onorario dovrà recarsi direttamente dal produttore e qui potrà conoscere di persona la sua capra nonché assistere e partecipare ad un momento della vita del pastore o della lavorazione del formaggio presso il caseificio. “Salvo in situazioni particolari, come ad esempio un’adozione da un paese troppo lontano che renderebbe il ritiro difficoltoso, spiega l’inventore del marchio, abbiamo deciso di rendere questa esperienza diversa dalle abituali esperienze d’acquisto costringendo chi adotta a conoscere dal vivo il produttore per farlo venire direttamente in contatto con la realtà in cui l’artigiano vive ma anche per fare in modo che si conosca il territorio, facilitando così le ricadute per il turismo della zona”

D’altra parte, continua Garelli, “l’obiettivo del nostro progetto è proprio quello di valorizzare e favorire la conoscenza dei piccoli produttori di grande qualità creando un ponte tra i protagonisti meno noti delle zone di Langhe e Roero che hanno scelto di lavorare i frutti di questa terra, che è anche la nostra, e potenziali acquirenti che magari, vista la lontananza geografica, non avrebbero mai potuto incontrarli”. E nonostante la giovanissima età del progetto, online dallo scorso 19 settembre dopo un conto alla rovescia di due settimane, le risposte di aspiranti vignaioli e pastori onorari non si sono fatte attendere. 

Non solo. La maggior parte delle richieste ricevute finora provengono da persone che decidono di regalare l’adozione. Fidanzate consapevoli delle aspirazioni da sommelier della propria metà che decidono di donargli un filare di Nebbiolo, Barbera o Dolcetto, unendo al titolo di "vignaiolo onorario" e alle sei bottiglie personalizzate, anche il regalo di una barbatella con la quale lui potrà tentare la coltivazione di un filare in versione domestica. E poi nonni, zii e cugini lontani che regalano a nipotini e nipotine una capra o una pecorella con la speranza che, dovendo visitare la cascina per ritirare i prodotti, il parente lontano ne approfitti per una visita. 

Anche i più giovani e gli stranieri, storici innamorati del territorio piemontese, non disdegnano il progetto come dimostra la pagina Facebook dell’iniziativa e il sito in quattro lingue. “Il nostro desiderio, continua Garelli, è proprio quello di avvicinare persone lontane dalla nostra cultura, e dall’amore per la terra, a questa realtà così importante per il nostro territorio sperando di riuscire a coinvolgere anche aziende con adozioni, ovviamente, di dimensioni maggiori”. Se ai privati, infatti, si consiglia di adottare una pecora o un filare, esiste già in rete un apposito spazio del sito dedicato a realtà aziendali dove è possibile prendere in carico un intero gregge o una vigna per associare il proprio marchio a quello di un’eccellenza locale.  “Così, conclude Garelli, sarà possibile per le imprese legare il proprio marchio a quello di piccole realtà virtuose e contemporaneamente le piccole imprese vedranno premiato lo sforzo di credere nella propria terra senza essere costrette a rinunciare all'autonomia ma fornendo esclusivamente un supporto “eccellente” a realtà amiche di dimensioni maggiori”. 

 

 

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Hanno collaborato a questo numero:

Nico Ivaldi

Andrea Ciattaglia
Eleonora Chiais
Jessica Pasqualon
Redazione Piemonte Mese
 

 

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