Testata Piemonte-Magazine.it
Versione Italiana del Sito Versione Inglese del Sito Logo Archivio Piemonte Mese

ARCHIVIO PER MESE

Copertina del mese

Copertina del mese

Copertina del mese

Copertina del mese

Vedi gli altri numeri 25-28 | 29-32 | 33-36

Segnala questo articolo

Impresa, non passatempo

 

 

Fumne: la nuova collezione

 

di Roberta Arias

 

Tecnica, esperimento creativo e ingegno sono gli elementi base del progetto Fumne, firmato da un gruppo di donne, di “artigiane torinesi”. Il concetto di bello convive con la realtà in cui nasce. Materiali semplici, pensieri contorti, il tutto affinato con precisione e con quella caratteristica femminile dell’andare oltre. E se moda significa fare tendenza, diversificare, apparire, stupire e osare, Fumne è un logo che la sa lunga. Nel grigio del carcere un gruppo di donne sprigiona intrecci di colori e tessuti per dare forma ad accessori, sfogo alla fantasia, produrre seguendo il proprio stato d’animo, lasciando libero estro ed equilibrio, rabbia e amore. Reinventarsi, lavorare, fare. Da un vorticoso viaggio interiore nasce uno stile. 

 Fumne è il progetto della Casa di Pinocchio, associazione culturale che opera all’interno del “Lorusso e Cutugno” di Torino. L’idea è diventata concretezza grazie al supporto previsto nel  bando della Compagnia di San Paolo che ha creduto in questa realtà strutturata nello spazio dedicato alle donne detenute, in collaborazione con la Direzione del carcere e di varie figure professionali. Curatrici della “squadra Fumne” sono Monica Cristina Gallo e Sara Battaglino. Il gruppo è composto di donne, selezionate in collaborazione con la direzione, l'area trattamentale e la polizia penitenziaria, di diverse età e nazionalità, tutte regolarmente assunte all’interno del progetto. 

 Non passano il tempo, ma imparano e lavorano come in una bottega artigianale. F orme inconsuete, inserti all’uncinetto e bizzarri bottoni, bijoux e persino un tappeto di sassi realizzato con palline di lana. Una borsa è bella, è strana, è unica, è fatta a mano, è ricerca estetica. Un atelier insolito, partito con i primi esperimenti, nel 2008, frutto di un riutilizzo di vecchie borse, giacche e scampoli. I manufatti, perfezionati e affinati debuttano nel 2010 con il marchio “Fumne” che con accento dialettale strizza l’occhio ai soliti marchi. 

Quattro sono le linee moda con relativo catalogo: Stile recupero, Colore, Militare e Lana. Senza dimenticare Fumne Baby nelle versioni per bambini. Il marchio è approdato in vari punti vendita: qualità alta, pezzi a tiratura limitata e quel qualcosa in più che si fa notare. Con una rete di vendita in Italia e all’estero (Francia, Giappone, Grecia) il progetto ha preso forma e cammina a passi decisi. 
In pochi anni Fumne vanta un curriculum di tante esperienze, tra cui spiccano mostre collettive e collaborazioni importanti, expo all’interno di settori artistici e di design. “ Sono soddisfatta, sia a livello personale che per la creatività, mi piace pensare che dal poco nasce qualcosa, da una situazione difficile nasce il bello”, commenta Sara Battaglino.

Nel torinese è un esempio della creatività femminile che rinasce come una fenice, lasciando a nudo di se stessa il lato creativo più maturo e sofferto. E così si avvicina un futuro possibile per chi si ritrova a fare i conti con la vita là fuori dalle mura: “Il nostro scopo, precisa Monica Gallo, è di poter offrire loro un bagaglio stilistico che porti all’autonomia dopo la detenzione, così che possano immaginare delle forme d’imprenditorialità al femminile”. 

Dal cilindro di Fumne sta per uscire la nuova poetica della collezione che sarà presentata al prossimo Macef. Un coraggioso lavoro d’interpretazione e trasposizione, spiegano le coordinatrici, portato avanti in stretta collaborazione con alcuni detenuti reclusi nel carcere di Torino”. La squadra operativa femminile sposa l’idea dei tatuaggi “galeotti”: dal loro significato alle modalità rudimentali con cui venivano eseguiti. Studiata la teoria, si passa alla pratica e voilà un nuovo concetto: la libertà, siglata sulle borse della collezione 2013-14. Un’operazione stilistica con radici che hanno esplorato e tradotto i simboli tatuati del codice dei detenuti, impressi in modo primitivo sulla pelle con il nerofumo, il colore essendo privilegio di pochi. “Un lungo e curioso progetto stilistico, raccontano le Fumne, che ha appassionato e coinvolto uomini e donne detenute, direttori ed educatori e ha dato forma ad accessori unici e dal significato profondo che verranno presentati alla 95° edizione di Macef Milano dal 12 al 15 settembre 2013 presso l’area Creazioni Designer”

Il mondo Fumne è anche sul web: www.lacasadipinocchio.net




 

 

 

CERCA NEGLI ARTICOLI
Ci sono 6 articoli
Settembre 2013

Claudia Lotta, sweet designer
Un angolo di pasticceria anglosassone a Torino
intervista di Nico Ivaldi

Il vino oggi
Marketing 2.0 e ritorno al biologico
di Valentina Innocente

Impresa, non passatempo
Fumne: le nuove collezioni
di Roberta Arias

Il cielo su Torino sta cambiando
Musica, città e profumo di novità
di Valentino Zannella

Il pesce di montagna
Di acciughe e acciugai
di Matteo Garnero

Pietro Piffetti alla Fondazione Accorsi-Ometto

di Lucilla Cremoni


 

Hanno collaborato a questo numero:

Nico Ivaldi

Roberta Arias
Lucilla Cremoni
Matteo Garnero
Valentina Innocente
Valentino Zannella

 

LEGGI L'ARTICOLO
SELEZIONATO IN BASSO
A SINISTRA