Tra marketing 2.0 e ritorno al biologico
di Valentina Innocente
Chi pensa a un calice di vino come ultimo baluardo di un mondo antico oggi non fa i conti con il futuro. Tutto quel sistema vive in bilico, al centro di bivi che collegano tradizione e innovazione, territorio e globalizzazione, coltivazione e internet. È un nuovo mondo a due facce, che oscilla fra l’utilizzo di una enologia 2.0, che guarda al marketing e alla promozione sul web, e una crescente attenzione al biologico e al rispetto dei tempi della natura nei metodi di produzione.
In questo si inseriscono capacità imprenditoriali, passioni personali, competenza e un pizzico di fortuna. Da una parte, c’è chi riesce a coniugare la passione per il bere bene con il marketing, come dimostra l’esperienza di svinando.com, il primo sito di consigli per gli acquisti di vino di qualità; dall'altra, chi invece guarda con sempre maggiore attenzione all’agricoltura biologica, come i proprietari dell’azienda agricola La Casaccia, nel cuore del Monferrato.
“Negli ultimi anni gli acquisti online in Italia sono aumentati. Ci sono settori in cui internet è ormai diventato un canale di vendita tradizionale, come l’elettronica di consumo. Altri, invece, come quello del vino, hanno grandi potenzialità ancora inesplorate” , spiega Riccardo Triolo, giovane torinese appassionato di enogastronomia e mente di svinando.com. Con l’amico enologo Gianpiero Gerbi e sotto la sorveglianza tecnica del professor Bruno Giau, docente della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, Riccardo ha creato questa community commerce del vino, “una sorta di wine club che si rivolge a tutti gli appassionati, non solo agli intenditori e agli specialisti, ma a coloro che amano bere bene”, precisa. Ma non si tratta di un’enoteca online. All’interno di svinando.com è presentata una singola etichetta alla volta con un approccio semi-editoriale: insieme all’analisi organolettica, i visitatori troveranno la storia del vino in offerta e del produttore, inserite proprio per conferire umanità ad ogni bottiglia. Il tutto a prezzi assolutamente competitivi. “La parola d’ordine è la qualità dei prodotti, che vengono scelti tra produzioni d’eccellenza altrimenti difficili da reperire”. Il sito ha l’appoggio di decine di aziende vinicole poco conosciute ma che si fregiano del marchio doc e docg e vanta centinaia di utenti registrati, che aumentano ogni giorno e che provengono da tutta Italia. “Ai membri del club offriamo la possibilità di scoprire nuovi produttori e nuove etichette”, rimarca Triolo. “Ai viticoltori selezionati offriamo invece la possibilità di far conoscere i loro vini ad una platea nazionale interessata”. A tutti gli utenti iscritti arriva una mail che invita a visitare il sito quando si sta proponendo una particolare etichetta. Con un clic i clienti possono quindi scegliere fra Barolo, Nebbiolo, Dolcetto, ma anche Nero d’Avola o Negramaro, perché svinando.com ambisce a coprire l’intero territorio nazionale. “L’innovazione della nostra proposta risiede nel fatto che, pur praticando degli sconti, non ci poniamo come concorrenti degli operatori tradizionali. Gli utenti possono provare dei vini a prezzi favorevoli, e una volta che li avranno assaggiati ed apprezzati si possono rivolgere ai canali soliti di vendita”, conclude Triolo. “Noi offriamo la possibilità di entrare in contatto con vini non così comuni con etichette desuete, in modo da porci come volano fra i piccoli produttori e i rivenditori”.
Tutto questo non sarebbe possibile senza il supporto della tecnologia, come strumento del mondo contemporaneo che però, nella romantica teoria degli opposti che si attraggono, qualcun altro oggi sta sfruttando per riallacciare i rapporti con la tradizione. È il caso di Elena e Giovanni Rava, marito e moglie quarantenni laureati in Scienze Agrarie che dopo una vita in città hanno deciso di continuare la tradizione vitivinicola dei nonni in Monferrato, unendo le loro conoscenze tecniche e il loro entusiasmo all’esperienza di Arrigo Cencio in cantina e a quella degli zii Pagliano nei vigneti. Una sinergia di intenti volta al mantenimento della produzione di vini di qualità nel rispetto della tradizione.
L’azienda vitinicola La Casaccia nasce così, sulle alture di Cella Monte, in provincia di Alessandria. Un’azienda che guarda alle novità in campo di vinificazione ma con un’attenzione particolare al rispetto dei tempi della natura. “Seguiamo il metodo di coltivazione biologica dal 2000, spiegano. “In pratica, significa che non fare uso di prodotti chimici di sintesi nella coltura e nella difesa antiparassitaria. Una buona parte dei vigneti presenti in azienda ha più di trent'anni e offre una produzione limitata, ma se è necessario si effettua il diradamento dei grappoli a favore della qualità”. Questo si traduce nel fatto che tutte le operazioni - dalla potatura invernale e primaverile alla legatura dei tralci alla sfogliatura - si effettuano manualmente, per ottenere la massima prestazione delle uve. E i grappoli di Barbera, Freisa, Grignolino, così come di Chardonnay, sono raccolti a mano in cassette, effettuando una scelta dei migliori, e subito portati in cantina per essere lavorati. Qui, a seconda del tipo di vino che si vuole ottenere e dell’annata, viene in soccorso la tecnologia per la diraspatura, la pigiatura e la macerazione, con pratiche come il controllo della temperatura e processi che portano alla riduzione dei solfiti. “Tutto questo richiede tempo e pazienza, perché nel biologico è la natura che comanda”, precisano. “Guardiamo alle nuove tecniche, ma le utilizziamo per un prodotto che sia il più naturale possibile”.
Come i Rava, quasi quarantacinquemila operatori italiani hanno scelto la strada dell’agricoltura biologica, secondo i dati forniti dal Ministero delle Politiche agricole nel 2010: l’Italia si aggiudica il primato in Europa per quanto riguarda i sistemi naturali di produzione con 44.371 esperti del settore, di cui oltre quarantamila agricoltori puri.
“È una scelta di vita che sul lungo tempo ti ripaga degli sforzi compiuti”, continua Rava. “Da quando esistiamo le nostre vendite sono aumentate ogni anno perché chi viene da noi percepisce subito il senso del nostro lavoro: il rispetto di profumi e gusti originali, un prodotto di qualità legato ad una vera conoscenza e cura delle nostre viti. E questo si rispecchia anche nel rapporto con la clientela. Noi siamo disponibili ad organizzare visite in cantina o degustazioni proprio perché preferiamo un contatto diretto con chi sceglie il nostro vino. Senza contare che i nostri prezzi sono del tutto competitivi”.
Percorsi diversi, strade che si intersecano fra un’enologia digitale e colture bio. Partendo dai bivi iniziali ognuno ha scelto il proprio mix, cercando di confezionare il prodotto, offrirlo e distribuirlo avendo come unico obiettivo l’esaltazione del gusto di ciò che si versa nel bicchiere.
Questo articolo ha ricevuto la menzione d'onore alla VI edizione del Premio Piemonte Mese, Sezione Enogastronomia
Le immagini e i loghi che illustrano il presente articolo sono stati forniti dai rispettivi proprietari.
Per tutte le informazioni sulle aziende menzionate
www.svinando.com
www.lacasaccia.biz