Oasi di quotidianità per affrontare la malattia
di Francesca Torregiani
In un momento storico in cui tutti ci teniamo ben stretti quello che abbiamo, dove tutto è mercificato e quantificato, la gratuità invoca un'inversione di questa triste logica. CasaOz ha scelto l’accoglienza e l’impegno sociale. Nata a Torino nel 2007, inizialmente ospitata nei locali dell' ex villaggio olimpico in via Giordano Bruno e poi trasferitasi in corso Moncalieri 262, CasaOz è un’associazione senza fini di lucro, ma soprattutto è una casa vera e propria: partendo dal centro città, seguendo il corso del Po, la si trova sulla sponda destra, vicina agli Ospedali Molinette e Regina Margherita, ma anche abbastanza lontana da farli dimenticare per qualche istante. CasaOz nasce dalla condivisione di riflessioni e attese di un gruppo di persone che ha scelto di mettersi concretamente a disposizione delle famiglie in cui vi sia un bambino malato.
Tanti i soggetti che si sono impegnati per realizzare CasaOz: il terreno lo ha donato il Comune e la struttura è stata finanziata da Enel Cuore Onlus con il sostegno della Regione Piemonte, della Fondazione Crt e della Compagnia di San Paolo, con l’aiuto della Fondazione Vodafone, della Tavola Valdese e con il generoso apporto di molti donatori privati; inoltre tante sono le eccellenze artistiche piemontesi che hanno contribuito concretamente: Luciana Littizzetto, Alessandro Baricco, Paola Mastrocola, Boosta dei Subsonica e molti altri hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa.
La nuova sede è stata progettata gratuitamente dallo Studio At con legno e colori vivaci per piacere ai bambini, incarnando così l’evocazione domestica più comune dell’immaginario infantile, dalle risposte non prettamente estetiche, ma semplici e mirate ad esigenze concrete: un tetto semplice, il camino, una cucina colorata, un salotto, un bagno per grandi e uno a misura di bambino, una lavanderia, una sala lettura e una stanza per giocare; inoltre il fabbisogno energetico della casa è ad emissione zero poiché sfrutta energie rinnovabili. La casa si affaccia sul giardino pubblico dedicato a Gianni Rodari e forse non è un caso che il poeta che nutriva un grande amore per i bambini vegli in qualche modo sulla struttura.
Nel primo anno di attività il bilancio è positivo: le persone assistite sono aumentate del 130% e le famiglie seguite sono 150, secondo modalità personalizzate nel rispetto delle esigenze di ciascuna; fra le novità dell'ultimo anno vi sono l'assistenza a bambini con sindrome di Down, le ResidenzeOz, quattro miniappartamenti per i nuclei familiari e una newsletter trimestrale che racconta la vita della casa.
CasaOz ricorda dolcemente nel nome il romanzo per ragazzi Il meraviglioso Mago di Oz di L. Frank Baum, in cui la piccola protagonistaDorothy incontra, in un rocambolesco viaggio attraverso strade di mattoni gialli e Terre Rosse, personaggi e animali curiosi: si alternano nella bambina i sentimenti più disparati, le emozioni più antitetiche, gli sbalzi narrativi e gli slittamenti emotivi più variegati; di conseguenza tutto ciò diventa metafora della malattia, situazione nella quale si susseguono le percezioni umane più varie e contrapposte.
Accompagnare il percorso di un nucleo familiare in un contesto di difficoltà indotta dalla sofferenza è l’intento di CasaOz, che si è proposta di promuovere e fornire sostegno e assistenza nell’elaborazione di un percorso di ristrutturazione della normalità quotidiana che purtroppo lo shock della diagnosi tende ad offuscare, causando uno smarrimento aggravato dalla complessità dei percorsi terapeutici e burocratici da affrontare. Da tutto ciò nasce la necessità di creare un luogo di accoglienza diurno, un centro di incontro dove ritrovare la dimensione domestica e un po' di conforto, dove i genitori possono riposare o fare il bucato, i fratellini fare i compiti e giocare: a loro disposizione ci sono educatori professionali, assistenti sociali e una quarantina di volontari che si propongono di ricomporre in maniera armonica l’assoluta eterogeneità degli stati d’animo di chi è impaurito e disorientato da diagnosi nette e spesso inappellabili. In CasaOz la positiva “banalità del quotidiano” assume una rilevanza notevole, ogni piccolo gesto ordinario è fondamentale per riuscire a riappropriarsi della vita e far ricominciare il fragile ma determinante processo che permette di ritrovare un dentro quieto, per trasformare il dolore in colore: è questo il lieto fine che CasaOz vuole scrivere per i propri ospiti.
Il progetto è nato quando, a seguito della malattia di un figlio, l’attuale presidente di CasaOz Enrica Baricco ha iniziato con alcuni amici a creare sinergie con strutture sanitarie e associative già presenti sul territorio, al fine di cooperare per il superamento della situazione di abbandono generata dalla malattia; CasaOz si pone non sul piano della terapia, bensì su quello del sostegno, formulando una proposta che incontri i bambini in quanto tali e non perché malati.
È questa dunque una casa che ci piace, parafrasando le delicate parole di Roberto Piumini che a CasaOz ha dedicato un libro in cui si scopre pagina dopo pagina che CasaOz, sollevata da terra, sospesa, quasi a voler esorcizzare la pesantezza delle situazioni che bambini e famiglie si trovano a vivere, quasi a ricordare che l’infanzia dovrebbe essere il tempo della leggerezza, è una casa dove anche lavarsi diventa un gioco, con “specchi per vedersi in faccia, per contare i capelli, fischiettando i ritornelli”. Fuori il mondo continua ad andare ad altissima velocità, invece a CasaOz è possibile parlare e condividere storie, trovare rifugio per sentirsi un po’ meno soli e un po’ più parte di una grande famiglia, perché il prossimo possa riprendere a sognare, in particolar modo se il prossimo è un bambino.
Questo articolo ha ricevuto una menzione alla V edizione del premio Piemonte Mese, Sezione Cultura e Ambiente