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Una terra a portata di Ciak
La FIlm Commission Torino Piemonte
di Alida Musumeci
 Cinema e Piemonte, un binomio antico se si pensa che le prime riprese effettuate a Torino risalgono al 1896 e portano la firma dei fratelli Lumière alla regia, ma anche un binomio moderno, anzi, attualissimo se consideriamo che, nel 2010, 14 lungometraggi, 7 fiction, una soap, 7 cortometraggi, 4 videoclip e 14 spot hanno trovato tra monumenti, centri urbani, risaie e laghi alpini della regione la loro location. Girare un film fa girare anche soldi e le ricadute sul territorio spaziano dall’ambito occupazionale a quello economico, dal commercio alla visibilità: si porta lavoro per le professionalità regionali della filiera cinematografica, si spinge l’economia locale per le realtà esterne coinvolte (alberghi, ristoranti, strutture, artigianalità e trasporti impiegati) e si promuove, attraverso la diffusione audiovisiva, un ritorno d’immagine, come avviene ad esempio per il cineturismo, che nasce dalla curiosità e dall’interesse di visitare i posti visti in fiction o film. L’industria della settima arte ha quindi le potenzialità per diventare un’industria ben più estesa e negli ultimi anni se ne sono accorte tutte le realtà regionali, tanto che ognuna di esse ha creato una propria Film Commission, mettendo in campo gli strumenti più allettanti per convincere registi e produttori ad ambientare le storie nelle proprie terre.
La Film Commission Torino Piemonte (FCTP) nasce nel 2000 con l’obiettivo di promuovere la regione, e in special modo il suo capoluogo, come set per opere televisive e cinematografiche. Per farlo, offre alle produzioni un supporto logistico-organizzativo riguardante tutte le fasi di un film: dalla pre-produzione (prima delle riprese) con un’ampia banca dati illustrativa delle location disponibili e l’ospitalità durante i sopralluoghi per valutare le stesse, alla fase di produzione (le riprese) con la concessione dei permessi per girare, tariffe alberghiere agevolate e l’utilizzo di infrastrutture o particolari edifici (21 i teatri di posa sparsi nella regione). Dal punto di vista produttivo, la FCTP può contare pure su Cineporto, una struttura di oltre 9.000 mq, a ridosso del centro storico di Torino, suddivisa in 18 blocchi comprendenti aree e uffici utili per ogni aspetto della lavorazione, tanto da poterne ospitare fino a 5 contemporaneamente. In prossimità dell’uscita in sala del film, poi, parte la fondamentale attività di marketing e anche qui s’inserisce la collaborazione della FCTP con anteprime regionali, inserzioni pubblicitarie sul mercato nazionale e internazionale e il lavoro degli stand presenti nei maggiori festival di settore come Venezia, Berlino, Roma, Cannes.
 Un occhio di riguardo la Film Commission lo riserva ad una forma cinematografica di grande valore culturale per la capacità di osservare e raccontare quanto ci circonda, ma che trova maggiori difficoltà realizzative per il minor impatto commerciale: il documentario. Prima esperienza dedicata al genere in Italia, dal 2007 è attivo il Piemonte Doc Film Fund, un fondo costituito da un doppio filo: l’aiuto economico della Regione Piemonte e quello logistico della FCTP. Lo scopo è di agevolare le co-produzioni tra professionalità locali e realtà esterne, italiane o straniere, tanto che sono due i tipi di progetti sostenuti: quelli realizzati da autori e società piemontesi e quelli incentrati su temi locali o con personale del territorio impegnato nella post-produzione. Nel triennio 2007-2010 sono stati 216 i documentari supportati dal Fondo, di cui 82 portati a compimento e in numerosi festival internazionali.
Recuperando uno sfortunato fondo italo-americano nato per favorire lo sviluppo di film in lingua inglese nella regione che in realtà aveva prodotto solo costi, dal 2010 la FCTP è diventata azionista unico di FIP, Film Investimenti Piemonte, immettendo sul mercato cinematografico circa 4 milioni di euro per produzioni italiane di qualità. Il FIP è un fondo revolving, ovvero risorse che devono ritornare sul territorio, destinato a film ambientati in Piemonte e il cui budget preveda una spesa nella regione pari o superiore al contributo ricevuto. Le richieste di finanziamento vengono perciò analizzate sotto l’aspetto editoriale, produttivo ed economico privilegiando lungometraggi italiani ad alto impatto commerciale (come i recenti Il giorno in più di Massimo Venier tratto dal bestseller di Fabio Volo o Anche se amore non si vede della collaudata coppia Ficarra e Picone) e opere prime e seconde, a budget limitato, aventi il valore aggiunto dell’innovazione (I primi della lista di Roan Johnson; Sette opere di misericordia dei fratelli De Serio).
Il contributo può andare a non più di sei produzioni all’anno, varia in base al prodotto e contempla un tetto massimo di 300.000 euro ciascuno o 100.000 euro per le opere prime e seconde.
La produzione richiedente deve essere costituita da almeno 12 mesi e per il progetto deve esserci già, o al limite in fase di negoziazione, un contratto di distribuzione. I finanziamenti possono avvenire, infatti, attraverso la concessione dei diritti di distribuzione in Italia e/o all’estero e l’acquisizione di una percentuale su diritti e ricavi del film (box office Italia, antenna, pay-tv, estero, ecc.) definiti secondo i parametri di rischio/rendimento.
Il FIP fornisce, inoltre, consulenza per il tax credit alle imprese. Ma cos’è il tax credit? Introdotto in Italia dalla legge finanziaria per il 2008 insieme al tax shelter, il tax credit (credito d’imposta) è uno strumento fiscale, a sostegno dell’industria cinematografica, destinato alle aziende private che vogliono utilizzare il grande schermo per sviluppare o promuovere la loro attività. Prevede infatti la possibilità di compensare debiti fiscali (Ires, Irap, Irpef, Iva, contributi previdenziali ed assicurativi) con il credito maturato a seguito di un investimento nell’ambito cinematografico. Il FIP, in qualità di investitore sul cinema, beneficia direttamente del credito d’imposta per i contributi erogati, ma ritiene complementare alla sua mission avviare iniziative volte a far conoscere questa opportunità a partner esterni al settore per coinvolgerli in ulteriori sinergie economiche e d’immagine.
 Simile ad una palla di neve che, avanzando, s’ingigantisce sempre più, ecco come una singola pellicola riesce a trasformarsi in un vero giro d’affari dove l’industria audiovisiva trova linfa per i suoi investimenti da una regione e questa, a sua volta, trae risorse per mettere in moto i rami della propria economia. Con le attuali difficoltà imprenditoriali non è poco, dunque il binomio cinema-Piemonte è oggi più che mai un connubio da valorizzare e alimentare, anche guardando i risultati già ottenuti. In 10 anni di attività sul campo (gennaio 2001-dicembre 2010) sono state 383 le produzioni realizzate con il sostegno della FCTP, di cui 126 lungometraggi e 63 fiction televisive, per un totale di quasi 2.800 settimane di lavorazione, 5.826 unità di personale tecnico locale impiegato, più di 2.000 gli attori piemontesi utilizzati ed oltre 100.000 le comparse arruolate per un investimento complessivo nella regione pari a 287.321.852 euro.
Insomma, qualcuno può ancora credere che un film termini allo scorrere dei titoli di coda?
Questo articolo ha ricevuto una menzione alla V edizione del Premio Piemonte Mese, Sezione Economia
Questo articolo ha ricevuto una menzione alla V edizione del Premio Piemonte Mese, sezione Economia
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