Grande successo del "talk-show psicologico" condotto a Chivasso da gennaio a marzo dallo psicologo Enrico Rolla
di Marina Rota
Mi lavavo le mani continuamente: ero convinta che gli altri mi contaminassero, e mi sentivo costretta a purificarmi. I rituali dovevano avvenire in sequenze pari, non potevo farne a meno”.
Tenevo accesa la TV giorno e notte, perché pensavo che spegnendola avrei fatto del male agli attori: se riuscivo a spegnerla la riaccendevo subito, in preda al terrore di averli già uccisi”.
Durante il primo attacco di panico ho creduto di morire; ne sono seguiti tanti altri, con conseguenze nefaste su tutta la mia vita. Conoscevo ogni casello dell’autostrada Torino-Milano come eventuale via di fuga per gli ospedali più vicini”. ...
Non stiamo origliando nello studio di uno psicanalista, ma stiamo parlando sul palco del Teatrino Civico di Chivasso. Noi chivassesi di questo teatrino andiamo veramente fieri: settecentesco come l’edificio in cui ha sede il Comune (ex convento costruito da un architetto gesuita dei Marchesi di Barolo) è un delizioso piccolo Carignano azzurro polvere, un locus animae in cui ci si sente spettatori e protagonisti. Quando l’ospite ci mette piede per la prima volta pregustiamo il suo inevitabile “Ma che meraviglia!” e il suo sguardo rivolto ai palchi di una bellezza antica, un po’ struggente.
Per la prima volta quest’anno, da gennaio a marzo, ogni venerdì il teatrino è stato scenario di un talk-show psicologico, con la partecipazione di ospiti più o meno noti nel campo dell’arte, della letteratura, dell’industria, della sanità. L'idea è nata un po’ casualmente, durante uno scambio di idee con lo psicologo comportamentista Enrico Rolla, direttore dell’Istituto Watson. Molti suoi libri erano stati presentati nelle trasmissioni di Maurizio Costanzo… e allora, perché non organizzare un talk-show con le stesse caratteristiche di Bontà Loro, affrontando problemi che complicano la vita di molti?
Dieci incontri dedicati ad altrettante tematiche, sette ospiti a conoscenza del problema per esperienza o professione, e lo stesso Rolla nel ruolo di conduttore a sollecitarli o a zittirli, un po’ capricciosamente. Ospiti fissi, la co-autrice del programma e due psicologhe collaboratrici del dott. Rolla, Stefania Durando e Sonya Sabbatino, che hanno commentato e integrato gli interventi dal punto di vista cognitivo-comportamentale. La sala gremita del teatrino ha evidenziato quanto sia sentita l’esigenza di affrontare i propri malesseri interiori, specialmente in un periodo in cui drammatiche crisi sociali ed economiche inducono a rivedere il proprio rapporto con gli altri e soprattutto con se stessi.
Il coraggio del cambiamento, Le relazioni pericolose: io e il capo, Creare per vivere, Io dipendo, La seduzione, Quando dico no mi sento colpevole: chi non ha mai sognato un cambiamento esistenziale, chi non ha mai avuto difficoltà nell'assumere un ruolo autorevole coi figli, chi non ha mai avuto problemi con un capo irresponsabile, isterico o arrogante, chi non trova talvolta difficoltà a dire un bel no quando dovrebbe, chi non dipende da un’abitudine, da un vizio o da un rapporto affettivo?
Il rischio di trattare con eccessiva drammaticità temi dolorosi è stato sventato dagli intermezzi, affidati di volta in volta alla proiezione di filmati, alla lettura di poesie (con la voce incantevole di Mario Brusa); alle porte reinventate dalla psicodesigner Ernestina Rossotto, al cantautore Maolucci, ai calembour di Gianfranco Biino Bijod, ma anche all’autoironia dei testimonial.
Sulla seduzione, Claudio Gorlier elude categoricamente l’invito del conduttore a darle un significato: “Da empirista, posso esemplificare con le grandi seduttrici della letteratura, ma non sono in grado di dare definizioni. La domanda è cosi elementare che non so rispondere, la semplicità è complessa” e invita a “uscire dal letto” lanciando interrogativi sulla seduzione di Madre Teresa di Calcutta e di Fidel Castro. Enzo Maolucci espone un significativo parallelismo fra gli indicatori utilizzati dagli animali per sedurre e i più complessi ornamenti sessuali dell’uomo - come il denaro.
Grande coinvolgimento hanno creato i vari aspetti delle “relazioni pericolose” fra capo e dipendente, con un identikit del capo ideale tracciato a poco a poco con gli ospiti della puntata; e una distinzione fra il pensiero “lineare del capo-uomo che va diritto all’obiettivo, e le migliori capo-donne, caratterizzate invece dal pensiero “circolare” che tiene conto di tutte le dinamiche in gioco.
In Genitori contro figli l’attenzione si è concentrata sull’appassionato pediatra Aldo Ravaglia, (“ Il mio è il mestiere più bello del mondo”) e la sua teoria dei no che fanno crescere e i rischi della dipendenza dai genitori. E, in simmetria, sul geriatra e scrittore Gerardo Lepore che ha raccontato esperienze dure di anziani abbandonati o trascurati dai figli
Nella puntata Dalle manie alle ossessioni, l'otorinolaringoiatra Libero Tubino ha proiettato immagini dei nasi prima e dopo l’intervento di rinoplastica per illustrare le manie estetiche di certi pazienti sempre insoddisfatti, al limite della dismorfofobia (immagine deformata di se stessi): del naso, anche più volte ritoccato, non si sarà mai contenti, perché il disagio riguarda se stessi e il cambiamento a cui si aspira non è certo conseguibile con la chirurgia estetica.
In una divagazione di Quando dico no mi sento colpevole ha brillato Margherita Oggero, la quale, mentre tutti gli ospiti decantavano il buon esempio dei genitori per invogliare i bambini alla lettura, raccontava di quando la figlia, a 4 anni, “Vide me e mio marito immersi nella lettura prima di addormentarci; volle venire nel lettone col suo libro e dopo pochi minuti di “lettura” ci chiese: “Ma i grandi possono fare tutto ciò che vogliono?” ”No, non tutto” “‘Comunque una cosa è certa: quando sarò grande non leggerò mai più!”
Ma sentiamo qualche commento degli spettatori, che disquisivano dei vari interventi dopo il talk-show, o il sabato mattina, nell’abituale caffé.
Anch’io ho abitudini bizzarre che mi rassicurano - mangiarmi le unghie, ricontrollare la chiusura della porta - ma ieri ho capito la differenza fra queste e i disturbi compulsivo-ossessivi: pensieri invasivi che creano ansia continua, per cui ci si sente costretti a ripetere certi riti per ridurre il malessere, come recitare litanie o lavarsi continuamente fino al rischio di abrasioni cutanee. Dev’essere un inferno”; “Avrei potuto partecipare come ospite d’onore alla puntata Quando dico no mi sento colpevole. Non solo non riesco a dire no, ma spesso anticipo il sì pur di compiacere gli altri anche se l’eccessiva disponibilità dà luogo a fraintendimenti e malesseri nelle relazioni interpersonalli”.
Il principio ispiratore del programma era che gli spettatori uscissero con un'idea di positività e speranza. Non è forse un caso che i messaggi percepiti come più forti in questo senso siano pervenuti dagli atleti paralimpici Franco Mancuso e Patrizia Saccà, e dall'architetto Carlo Mariano Sartoris.
Chi non poteva essere a teatro può rivedere tutte le serate sul sito www.iwatson.com, e magari imparerà ad avere meno timore nel riconoscere la sua parte oscura...
2012