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Torino Lab. Dare una nuova identità agli oggetti


"Non riciclo, ma nuova identità agli oggetti"

 

di Sabrina Roglio

 

 

L'appendiabiti Un giorno sono andato in una fabbrica di calze per vedere se mi potevano fare una lampada. - Noi non facciamo lampade, signore - Vedrete che le farete. E così fu”. 

A dirlo Bruno Munari, famoso artista e designer italiano, a proposito della lampada Falklan realizzata, appunto, con le calze. Era il 1964. Da allora il design sia in Italia sia all'estero si è trasformato e oggi la tendenza è proprio quella di utilizzare materiali inconsueti per creare cose consuete. Ne è un esempio Torino Lab, un laboratorio creativo nato a Torino nell’aprile del 2009 da un’idea di Maurizio Bazzano e Fulvia Berrino. L'obiettivo è creare oggetti di design con materie prime solitamente impiegate in altri ambiti, come quelli edili o aziendali.

Tra i primi prodotti un portabottiglie realizzato con le onduline dei tetti in policarbonato fissate assieme con perni di giocattoli; oppure un piano di gomma (ma anche cemento o cartone), che si incastra e, a seconda delle combinazioni, diventa un portafoto, una ciotola per cani, un'alzata per la tavola. Per le signore ci sono collane e bracciali multicolor fatti con tubi in silicone e raccordi in pvc, o pendagli in cemento e resina, materiali comunemente usati per grandi opere, che diventano delicati come la ceramica e la porcellana.

Li hanno chiamati “prodotti tipici industriali” e sono il frutto della creatività di quattro giovani designer - tutti sotto i 27 anni - in collaborazione con aziende produttrici e manifatturiere locali. 

L'idea, racconta Maurizio Bazzano, è nata nel 2008. Vent'anni fa abbiamo fondato l'agenzia di comunicazione Marcopolo. Tra i nostri clienti abbiamo imprese produttrici di materie prime quali cartone, resine o cementi e semilavorati. Inizialmente volevamo creare originali oggetti di merchandising per queste realtà; da questo processo creativo è nato il marchio Prodotti tipici industriali”. 

Il rapporto con le aziende è molto importante: tutti i pezzi, infatti, sono composti da semilavorati diversi che vengono assemblati. “Se l'azienda, continua Bazzano, non ci fa conoscere i suoi prodotti e le sue lavorazioni, il processo creativo non può avvenire”

Il design quindi diventa processo. Un processo green, perchè nulla viene prodotto in esclusiva ma sono utilizzati materiali già esistenti forniti dalle imprese partner, evitando così sprechi. “Noi non facciamo riciclo”, prosegue Bazzano. “Diamo nuova vita, un nuovo scopo, a cose già esistenti”.  

Gli occhiali Lo studio degli oggetti, come ogni processo creativo, avviene con tempi diversi. Per gli occhiali “Via Po” è stata sufficiente mezza giornata. È bastato l'incontro fortunato con un artigiano di Torino e l'idea di utilizzare, per la montatura, il plexiglas, molto più luminoso, al posto dell'acetato. Nella trama, intagliata con effetto punta di diamante, la spiegazione del nome: a Torino, via Po è l'unica strada (insieme a via Pietro Micca) che taglia trasversalmente la città. 

Nel 2009 i primi oggetti vengono dati in conto vendita ad alcuni negozi torinesi. “Ma non ha funzionato”, spiega Bazzano. “Per prima cosa, i pezzi non sono fatti in serie, sono artigianali e hanno quindi un alto costo di produzione. Inoltre il brand era nuovo e quindi sconosciuto: in mezzo a molti altri prodotti più noti non veniva scelto”. Bazzano e Berrino decidono quindi di fare un altro investimento imprenditoriale: creare un negozio monomarca. La location è nella multiculturale San Salvario. “Avevamo anche pensato,  racconta, alla zona Campidoglio, ma alla fine piazza Madama si è rivelato il posto ideale per un negozio di questo tipo”. 

Lo showroom To.Lab, inaugurato a novembre 2010 durante la manifestazione “Paratissima”, propone sia prodotti realizzati da Torino Lab, sia una selezione di oggetti autoprodotti da diversi designer italiani. 

I nostri quattro creativi, Fabio Rapallo, Marco Cassino, Federica Castagno e Sara Pretrucci, continua, sono tutti giovani, molto preparati. Uno è laureato al Politecnico, gli altri sono diplomati allo Ied. È un gruppo di lavoro molto affiatato e vivace”.  Un Lab, un laboratorio di idee, che riesce a vedere al di là del semplice oggetto o di un pezzo di cartone. Ne è un esempio “Svitato” un appendiabiti molto originale: la base è un panettone di cemento che serve come dissuasore stradale (naturalmente alleggerito da un foro centrale che lo porta a 38kg); i bracci sono realizzati con dei manici di scopa in legno o alluminio. Tutto grazie ad un'idea curiosa e ai prodotti delle aziende Buzzi Unicem, Tonkita e Cementubi. 

Una filiera di produzione, ove possibile, a chilometri zero. I partner sono quindi aziende del territorio piemontese come appunto Buzzi Unicem, che si occupa da oltre cent'anni di cemento e calcestruzzo; Cementubi, che da oltre cinquant'anni è nel settore della prefabbricazione di manufatti in calcestruzzo per l'edilizia; Re-board, un cartone realizzato con impianti a basso consumo e totalmente riciclabile; Moroni gomma, azienda fondata nel 1919 e con esperienza nelle materie plastiche; Ser, produttore di cere industriali; Tonkita, leader nel mercato delle scope; dott. Gallina, che produce materie plastiche; Quercetti, azienda italiana che produce giocattoli da sessant'anni anni e Docks&Dockser che produce pannelli, lastre e sistemi in policarbonato.  

Torino Lab quindi aiuta anche a valorizzare l'industria del territorio e a rafforzare il marchio delle aziende che partecipano al progetto, offrendo loro la possibilità di farsi conoscere anche al di fuori dell’ambito specifico in cui operano.

Bigiotteria di cementoÈ una ricerca continua”, spiega Bazzano. “Abbiamo tante richieste di collaborazione da designer e creativi che vogliono lavorare con noi o proporci delle idee, ma non dalle aziende. È un fatto culturale, non tutti riescono a vedere un impiego diverso del loro materiale. Di solito però, quando riusciamo a farglielo vedere, per loro è una bella scoperta. Sarebbe bello esportare l'idea in altre regioni o anche all'estero”.

Oltre allo showroom in piazza Madama, To.Lab ha un sito dove sono presentati tutti i prodotti con la spiegazione dei materiali utilizzati, un negozio on-line, una pagina Facebook molto attiva, inoltre organizza conferenze e presentazioni dei prodotti e della filiera che li ha generati. 

Da settembre il negozio cambierà faccia dopo il restyling di agosto per poter accogliere più prodotti; in autunno continueranno le collaborazioni con Paratissima e Operæ la mostra-mercato  dedicata al design autoprodotto.

Info

www.torinolab.it

www.tolab.it


 

 

 

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Hanno collaborato a questo numero:

Nico Ivaldi

Matteo Acmè
Gabriella Bernardi

Valeria Bugni
Alessia Cerandola
Michela Damasco
Giulia Dellepiane
Valentina Roberto
Sabrina Roglio

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