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Il Teapot di San Salvario

UN MOMENTO DI PAUSA


Il Teapot di San Salvario
Gabriella Bernardi 


Stefania, Roberta e SabrinaMi ricordo esattamente il momento in cui ho pensato che sarebbe stato bello avere una tisaneria. Anni fa aspettavo un mio amico e non volevo andare in un bar: per ordinare cosa? Ho problemi alimentari, e ho pensato che sarebbe stato bello un locale in San Salvario come la tisaneria della Consolata”. Chi racconta soddisfatta è Stefania, che assieme a Roberta e Sabrina è una delle tre ragazze del Teapot di Torino, in Via Silvio Pellico, che il primo aprile ha compiuto un anno di attività. 

Il pensiero di Stefania presto si è trasformato in realtà, proprio sotto casa sua: le tre amiche si buttano nell’avventura appena vedono un cartello di locazione di un locale da poco chiuso. Non è molto grande, ma le ha affascinate da subito. “Mi sono piaciuti i particolari; guarda la volta ad arco che introduce nella cucina, e il camino, quello mi ha catturata subito. L’idea sarebbe stata quella di mettere su un locale tematico aria, acqua, terra, fuoco (il camino appunto), ma poi abbiamo pensato ad altro, anche se è sempre tutto legato alla natura ed alle cose sane da bere e da mangiare”. 

Guardandosi attorno ci si accorge subito che questo non sembra un normale locale, dove tutto è uguale, anzi ha volutamente l’aspetto di un salotto-tinello: tavolini piccoli o grandi, l’abat-jour, delle poltroncine nell’angolo vicino al camino, dei morbidi cuscini sul divanetto di ferro battuto e varie seggioline, proprio quelle di scuola, dipinte una diversa dall’altra con temi naturalistici. “La mia era la voglia di avvicinare le persone ad un certo tipo di alimentazione, in particolare avendo cura di chi ha intolleranze o segue una dieta particolare”

Già al mattino presto si può sperimentare questa filosofia con una “colazione molto casalinga, non solo il classico cappuccino con croissant, o i muffin, ma si può scegliere anche pane e marmellata, che al bar non si trova e poi ci sono i tè”. Qui chiedere un tè sarebbe troppo riduttivo, si apre un mondo cui persino quello dei vini deve arrendersi. La passione parte sempre da un problema vissuto in prima persona “Mi sono fatta una cultura cercando quelli salutistici, senza teina, ho speso diverso tempo facendo sedute con i campioni inviati dai fornitori assieme a Roberta e Sabrina”. Grossomodo, leggendo la carta, quelli offerti si possono raggruppare in cinesi, indiani e giapponesi, e già così la scelta si fa ardua, per non parlare della ricca serie di tisane create apposta da un erborista. “Ci siamo appoggiate all’esperienza di un professionista in provincia di Torino che ha un bellissimo laboratorio all’interno di un castello. Lui ci ha preparato una selezione di tisane, ed essendo vicine all’ospedale Valdese abbiamo anche pensato alle L'interno della tisaneriafuture mamme, facendone preparare appositamente per le nausee o il periodo di allattamento. Però si pensa continuamente alle esigenze dei clienti: ad esempio una di queste tisane è risultata troppo amara e si è provveduto subito a commissionarne una più gradevole”. 

La costante attenzione al cliente è fondamentale, come anche l’approccio: “Ad esempio il bancone non l’abbiamo voluto rialzato, ma si trova allo stesso livello del cliente, per un’accoglienza diversa, più paritaria”. Questo si nota anche dai piccoli gesti, come un bel sorriso per chi varca la soglia. “Noi vogliamo far sentire a casa propria la clientela”, e non importa se sono aperte 7 giorni su 7, “Sì la stanchezza c’è, ma  è diversa da quella che si poteva avere lavorando in locali con orari notturni; la clientela in settimana cambia: durante i giorni lavorativi passano impiegati e professionisti, nel week end quando c’è più calma arrivano le persone del quartiere per rilassarsi. Ci sono anche tanti bambini, persino neonati nelle culle. Di solito quando entrano nei locali vengono subito guardati con sospetto, qui invece si trovano benissimo”. Un bimbo su un tavolino è tutto intento a colorare un album da disegno con le matite trovate in una valigia aperta sotto il camino; vicino ci sono i quotidiani del giorno e delle riviste. Il luogo, infatti, è adatto per sprofondare nella lettura dei quotidiani, delle riviste o dei libri a disposizione su una mensola, e poco distante un cliente con il suo portatile sfrutta la wi-fi gratuita, chissà se per lavorare o indugiare fino a ora di pranzo, che alla domenica poi è speciale, più anglosassone che piemontese: “Il brunch è ormai un appuntamento fisso, non è a buffet e ci sono persino clienti che abitano fuori che vengono apposta. È più leggero e salutare rispetto a quello originale, ma è comunque gradito”. Nel frattempo mi è stata servita una fumante tisana; la tazza bianca e il piattino quadrato non hanno nulla a che fare con quelli sui tavoli degli altri avventori, una delle quali presenta generose rose rosse che ricordano antichi giardini, un’altra una delicata damina del Settecento. “Sì, anche il servizio da tè è volutamente scombinato: capita che in casa ci siano servizi non completi, ma se sono belli perché non continuare ad usarli? Qui hanno ancora vita, capita persino che delle clienti ci regalino alcuni pezzi dei loro e tutto questo si ricollega al discorso ecologico e di riciclaggio”. 

Alcune clienti entrano con il sacchetto della spesa di stoffa che riprende il logo del locale.  “Da poco si è pure attivato una specie di Gas (Gruppo di acquisto solidale, ndr): i clienti ordinano frutta e verdura e nei giorni stabiliti vengono a ritirarla. Fra un po’ aderiremo anche noi, ma al momento facciamo la spesa dai contadini nel marcato di piazza Madama”. Un’altra curiosità è il logo: se lo si guarda bene ci si accorge che rappresenta proprio i visi delle tre ragazze: “Sì, siamo proprio noi, disegnate da un nostro comune amico, Andrea Rugolo, un professionista. Aveva avuto un’altra idea, che aveva a che fare con una teiera ed una tazza, ma questo logo ci piaceva di più”. 

Roberta arriva dopo aver portato a dei clienti una caraffa d’acqua, “Portiamo ai nostri clienti l’acqua del rubinetto senza farla pagare, anche se abbiamo anche l’acqua gassata delle bottigliette di plastica, purtroppo l’impianto gasatore era troppo ingombrante in cucina; è faticoso in poco spazio fare la raccolta differenziata, in cucina si producono molti scarti, ma seguiamo questa regola. Siamo molto attente anche ai prodotti di stagione e la spesa la facciamo qui vicino, possibilmente a chilometri zero. Ci piacerebbe anche eliminare le spremute di agrumi d’estate, perché non sono di stagione e le arance arrivano dal Sudafrica. Si potrebbero sostituire con i centrifugati di carota e frutta di stagione, vedremo. Ad ogni modo quello che ci preme di più è tararci rispetto alle esigenze della clientela”. 

La tisaneriaIn cucina c’è Sabrina, che si sta già preparando per il pranzo. Il menù è stato scritto con gessetti su una lavagna che Stefania ha appena appeso alla parete vicino a un moderno samovar elettrico. Roberta prosegue: “Siamo soddisfatte, a distanza di un anno, che la filosofia proposta sia stata ben accolta: quella di un posto tranquillo, dove nessuno verrà mandato via; magari durante l’ora del pranzo possiamo chiedere ai clienti singoli di spostarsi a un tavolo più piccolo, ma si può rimanere a leggere e studiare, oppure capita chi viene anche a fare la calza. Per realizzare tutto questo molte persone hanno creduto in noi; mettersi in proprio non è facile, non solo per questioni economiche, e non abbiamo preso nulla a fondo perduto, però ci siamo appoggiate al MIP (Mettersi In Proprio) uno sportello messo a disposizione dalla Provincia di Torino proprio per questo; siamo state fortunate, ci ha seguito una tutor molto capace, altri non possono dire altrettanto”. 

Se dopo un anno l’attività è così ben avviata, chissà quali altri progetti bollono in pentola: “Abbiamo dato la disponibilità per svolgere seminari tematici, ospitato laboratori sull’utilizzo di materiali da recupero, c’è in corso un progetto di lettura con una casa editrice e prossimamente abbiamo l’idea di aprire in estate il déhor, fare corsi di cucina e  un laboratorio ecologico in cortile con i bambini. Abbiamo comprato una macchinetta pressatrice: i vecchi quotidiani verranno bagnati e poi pressati e lasciati asciugare al sole estivo per essere utilizzati d’inverno nel camino, e ovviamente i piccoli aiutanti saranno ricompensati con una merenda. Prima però Sabrina lascerà la tisaneria per seguire il suo cuore trasferendosi in Calabria, e il suo posto sarà preso da Chiara che si sta già impratichendo”.

 

 

 

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Hanno collaborato a questo numero

Nico Ivaldi
Roberta Arias
Gabriella Bernardi
Michela Damasco
Marco Doddis
Alessandro Golia
Gabriele Guccione
Sabrina Roglio
Marina Rota
 

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