Rivive nella danza degli spadonari l’antica colonizzazione di queste terre da parte dei predoni arabi
di Marco Ceste
L’Alta Val Tanaro è situata in quella zona del basso Piemonte dove le tradizioni culinarie e la abitudini linguistiche si mescolano e si confondono con quelle liguri. Una vallata che prende il nome dal fiume che lo attraversa, il Tanaro, il secondo corso d’acqua per importanza in Piemonte, dopo il Po di cui è affluente, e sesto per lunghezza in Italia. Nasce sul monte Saccarello e, con il suo percorso nel cuore della Val Tanaro, segue la strada che porta da Nucetto fino a Ormea, quasi non volesse mai abbandonare chi viaggia fra le colline e ne volesse indicare la via, prima di salire verso Alto e Caprauna.
Quella del Tanaro è una valle ricca di risorse e di bellezze naturali, nella quale si possono ascoltare diverse varietà del dialetto piemontese solo percorrendo pochi chilometri. Dal garessino all’ormeasco, passando per Nucetto, Bagnasco, Pievetta e Priola, ogni comune ha le sue cadenze e i suoi suoni.
Pochi gli abitanti, meno di diecimila, per una vallata lunga più di quaranta chilometri. Un angolo di Piemonte, però, molto trafficato, perché rappresenta uno snodo cruciale per il passaggio che porta dalla zona del Torinese, verso la Liguria. Un territorio che è sempre stato molto conosciuto e frequentato, nonché apprezzato. Una luogo antico, che conserva una lunga e importante memoria storica. Sì, perché la storia è passata anche da qui. Quella storia che ha fatto sì che nascesse la Val Tanaro, che ha contribuito alla formazione del Piemonte e che, a suo modo, ha costruito un pezzetto d’Italia.
La storia narra che l’Alta Val Tanaro fu occupata più di duemila anni fa dalle popolazioni dei Ligures, che giunsero nella zona durante le prime spedizioni romane del console Tiberio Sempronio Gracco, il quale era alla ricerca di nuove vie che portassero a Marsiglia. I Ligures, combattendo contro la tribù degli Ingauni, diedero vita a un’aspra battaglia che si inserisce nella storica disputa fra Roma e Cartagine, al termine della quale la valle divenne parte del territorio romano: la XI Regio Liguria.
Poi, con le prime invasioni barbariche e la conquista del nord Italia da parte dei Longobardi, i territori della Val Tanaro divennero zona di confine fra due mondi: quello romano-germanico e quello greco-bizantino. Nei secoli successivi la valle passò prima a far parte del ducato dell'Italia Neustria e poi fu compresa nella marca che prendeva il nome di Liguria Occidentale. La zona subì, per secoli, saccheggi e distruzioni da parte di francesi e spagnoli, fino all’arrivo, nel 1794, delle truppe napoleoniche. Nel 1814 la vallata andò sotto il controllo dei Savoia condividendone le sorti, prima sotto il Regno di Sardegna poi, dopo le guerre del periodo risorgimentale, con il Regno d’Italia.
Ma c’è un periodo storico che più di altri ha segnato per sempre l’Alta Val Tanaro, lasciandole in eredità monumenti e tradizioni culturali. Intorno al IX secolo giunsero in questo scorcio di Piemonte orde di predoni che la storiografia di inizio Novecento, sulla scorta di testimonianze e cronache storiche di epoche successive, ha voluto identificare come saracene. Oltre ad alcune costruzioni di difesa, il segno più profondo del loro passaggio sul territorio resta nel Bal do Sabre (ballo delle sciabole), antica danza di spadonari, ricreato e messo in scena ogni anno da un gruppo folkloristico del comune di Bagnasco.
La presenza dei saraceni nell’alta valle Tanaro è documentata da numerosi studi e ricerche e tracce ben visibili del loro transito sono testimoniate da monumenti in buono stato di conservazione, come la Torre Saracena dei Barchi e la Grotta dei Saraceni. Ricercatori e studiosi hanno inoltre comprovato l’influenza linguistica lasciata da queste popolazioni, rintracciabile soprattutto nella toponomastica. Ma un ricordo del passaggio saraceno è anche desumibile dalle coltivazioni – la principale è il grano saraceno - che, con buona probabilità, sono state introdotte nella vallata in seguito al contatto con queste genti. La principale è la coltivazione del grano saraceno.
I Saraceni erano originari del Sinai, nell’area del golfo di Akaba e Frassineto, in Costa Azzurra, rappresentò la loro base operativa. Le popolazioni che occuparono la Borgogna, la Provenza e il Piemonte provenivano da Frassineto, mentre quelli che entrarono in Liguria venivano dal Mar Tirreno e dall’Africa. Risale al 903 il primo arrivo saraceno in Piemonte e nel 945, all’apice della loro espansione territoriale, penetrarono nell’Alta Val Tanaro alla ricerca di vie di comunicazione con il mare. Aggirarono la catena alpina fino alla val Susa, raggiunsero il colle di Tenda percorrendo la val Roja e attraverso la Piana di Albenga giunsero a Ormea e a Garessio. Nel 976 vennero cacciati dai territori piemontesi.
La loro storia è ancora viva fra la gente della Val Tanaro e ritorna ogni anno, quando viene messo in scena il Bal do Sabre. Dal castello costruito sulle alture che dominano la valle, i Saraceni assalivano i mercanti che tornavano dalla Liguria lungo l’antica via romana con il loro carico di olio e di sale. La leggenda racconta che gli abitanti di Bagnasco, al termine della dominazione saracena, abbiano inventato il ballo delle sciabole come festeggiamento per la riacquistata libertà. Oggi la danza, che si svolge nel mese di maggio, vive grazie all’impegno e alla passione di un gruppo di giovani che mantengono in vita questo gioiello della cultura popolare locale.
Di origine saracena, ma meno noto, anche il Carnevale Storico di Ormea, che ogni anno mette in scena sfilate, mostre e concerti.
È dunque una storia ricca quella dell’Alta Val Tanaro, zona di alto valore strategico e commerciale e per questo ripetutamente invasa, devastata e ricostruita. Una zona che ha sempre rappresentato un grande valore commerciale, un punto strategico e per questo occupata da vari popoli durante il corso della sua storia. Una vallata che con il tempo ha poi saputo finalmente conquistare la propria libertà. Oggi l’Alta Val Tanaro è formata da piemontesi orgogliosi e consapevoli di abitare una magnifica zona fra colline e montagne, una valle di gente abituata al lavoro, al sudore e all’impegno, che ha sempre saputo rimboccarsi le maniche. Come quando nel 1994 l’alluvione spazzò via parti di alcuni comuni. La Val Tanaro ripartì, per arrivare a essere quello che è oggi: uno splendido angolo del basso Piemonte.